AVANGUARDIE EDUCATIVE TRA DIDATTICA INCLUSIVA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA. 

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Il focus di questa mia riflessione ,su una tematica che ha largamente contaminato il mondo della scuola italiana si incentra e si  può tradurre in: la tecnologia innovativa sta alla didattica come la didattica inclusiva sta alla tecnologia.

Le avanguardie educative sono un Movimento di innovazione che porta a sistema le esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola. È un progetto di ricerca-azione nato dall’iniziativa autonoma di INDIRE, con l’obiettivo di investigare le possibili strategie di propagazione e messa a sistema dell’innovazione nella scuola italiana. Il Movimento che dal 2014 sostiene circa 800 scuole italiane, ha come mission quella di individuare, supportare, diffondere e portare a sistema pratiche innovative e d inclusive di modelli educativi volti a ripensare l’organizzazione della DIDATTICA. Il Movimento è frutto di una azione congiunta di INDIRE e di 22 scuole fondatrici che hanno sottoscritto un manifesto programmatico per l’innovazione costituito da 7 “sfide “per la scuola del 21° secolo, gli orizzonti di riferimento, che esplicitano ed animano la vision dele avanguardie educative.Quello dell’innovazione è un tema complesso, dalle molte sfaccettature, soprattutto in ambito educativo: per comprenderne i tratti salienti e sapere a cosa ci riferiamo ogni qualvolta abbiamo a che fare con il termine “innovazione” occorre individuare gli elementi distintivi e le invarianti.

Secondo un recente rapporto della Commissione Europea l’innovazione si distingue dal mero “cambiamento” quando la trasformazione interviene su tre piani: innovando la pedagogia, trasformando la cultura della scuola e consolidando il cambiamento e il miglioramento a livello di sistema educativo. L’ innovazione, nel suo processo generativo, trova innesco nella curiosità e nel piacere di fare cose nuove e di implementare nuove scoperte, nella capacità di attuare itinerari alternativi. Il processo innovativo si compone di un insieme di atti che generano discontinuità, rompere schemi precostituiti e scompensare gli “equilibri” del sistema.Avanguardie educative fondano un modello di scuola ripensato globalmente, dove la lezione frontale non è più l’unica modalità di insegnamento, dove l’aula non è più solo lo spazio per una didattica trasmissiva, dove gestione e organizzazione del tempo diventano le variabili centrali del processo di insegnamento /apprendimento.

Tre sono le coordinate per l’innovazione: Didattica, spazio e il tempo. Oggi una didattica incentrata su un modello esclusivamente trasmissivo delle conoscenze “dalla cattedra” è un modello ormai anacronistico, ma nella scuola del 21° secolo esistono nuovi modi di fare lezione. L’ insegnante deve trasformare l’aula in “aula Laboratorio” di cui è regista e facilitatore dei processi cognitivi di ogni alunno, il quale deve essere messo nelle condizioni di saper co-costruire le proprie conoscenze trasformandole in abilità e competenze da saper contestualizzare nei diversi ambiti e nelle diverse esperienze.L’innovazione va a “braccetto” con l’inclusione che lascia spazio ad una didattica collaborativa e inclusiva, al brainstorming, alla ricerca, all’insegnamento tra pari e attraverso l’utilizzo delle ICT.È attraverso l’ apprendimento attivo- che sfrutta materiali aperti e riutilizzabili, simulazioni, esperimenti hands-on, giochi e software didattici e ognuno impara “facendo e sbagliando”.Una scuola che travalica il modello trasmissivo e adotta modelli aperti di didattica attiva mette lo studente nelle condizioni e in apprendimento situato e continuo e di saper argomentare il proprio ragionamento e strada facendo correggerlo e presentarlo agli altri. 

La seconda coordinata è lo SPAZIO, in una scuola all’avanguardia gli spazi sono pensati non solo per gli interventi frontali, ma è anche il luogo dove l’insegnante può muoversi liberamente e interagire con i suoi alunni. Una scuola all’avanguardia crea spazi per l’apprendimento significativo, crea spazi abitabili dalla comunità scolastica per lo svolgimento di attività didattiche, per la fruizione di servizi, per usi anche informali. Una scuola all’avanguardia si apre anche all’esterno e diventa il luogo di riferimento per la comunità locale diventando un civic o urban center, in grado di dare una spinta forte alle istanze sociali, culturali e formative.La terza coordinata è il tempo, che deve essere riorganizzato attraverso una gestione flessibile del tempo dell’apprendimento. Il superamento di tempi rigidi, ottimizzando il tempo scuola attraverso la parcellizzazione delle in unità temporali; con una programmazione didattica articolata in segmenti, unità e moduli formativi; privilegiare l’utilizzo delle ICT della loro applicazione in ambito formativo. Il manifesto delle Avanguardie educative individua 7 “sfide” per la scuola del 21° secolo, divenuti i 7 orizzonti di riferimento che animano il nuovo modo di fare scuola.

Gli orizzonti che permettono l’acquisizione di competenze spendibili durante tutto l’arco della vita si snodano in: 

1-Trasformare il modello trasmissivo della scuola attraverso un apprendimento attivo , per dirlo alla Dewey, Learning by doing.

2- sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per supportare nuovi modi di insegnare apprendere e valutare.

3- creare nuovi spazi per l’apprendimento, riconfigurando gli ambienti scolastici per essere più funzionali e costruttivi al processo di apprendimento di ogni singolo soggetto.

4- Ripensare a un modello educativo e didattico tenendo conto del tempo scuola.

5- Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della società della conoscenza attraverso una capillare diffusione in rete.

6- Investire sul “capitale umano” consente ai docenti di sentirsi sempre più registi di modelli fondati su una didattica attiva e vedere nel cambiamento una risorsa.

7.Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile, questo l’obiettivo principale delle Avanguardie educative in linea con agenda 2030.

Quindi, l’innovazione può aiutare a far acquisire quelle competenze di cittadinanza attiva che si connota dell’apertura verso l’altro e verso le differenze che sono alla base per diventare cittadini responsabili. La scuola deve alimentare la motivazione ad apprendere.Di conseguenza innovare non vuol dire stravolgere i programmi ma utilizzare un approccio diverso nella didattica che curi un crescita graduale delle life skill mentre si insegnano in modo costruttivo nei saperi delle diverse discipline, facendo tornare la scuola ad essere “un ascensore sociale” per i nostri giovani.  Mi piace concludere  con una citazione di William Pollard : L’apprendimento e l’innovazione vanno mano nella mano, l’arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri sarà sufficiente per domani. 

Rosanna Gangi, docente,Ha lavorato presso gli Enti Locali, Lavora presso il MIUR dal 1993. Laurea In Scienze della Comunicazione pressol’Università di Messina, Laurea Specialistica in scienze pedagogiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, Master in Legislazione scolastica e management della negoziazione, docente specializzata per alunni disabili, specializzazione biennale per soggetti con disturbidell’apprendimento. Docente tutoe coordinatore presso Università di Enna. Ha conseguito diversi Master di I e II livello tra cui “ La Dirigenza scolastica nella scuola dell’autonomia”. Ha operato dal 1996 all’interno delle Istituzioni scolastiche come responsabile di progetti sulla conoscenza del territorio. Con diverse pubblicazioni scolastiche e multimediali. Esperta esterna MIUR PON FSE . Formatore MIUR nel Piano Formazione Docenti. Ha svolto diversi incarichi con gli enti pubblici tra cui Esperto esterno Nucleo di Valutazione. Elaborazione e coordinamento del progetto “Vivere Priolo” dal 2003 al 2007. Ha svolto diverse Funzioni strumentali dal Coordinamento del PTOF alla Valutazione , sostegno agli alunni, Fondi strutturali Europei e Indire e Invalsi. Referente di Plesso. Insegna al II Istituto Comprensivo “A. Manzoni ” di Priolo Gargallo dal 1998.Ha curato e scritto la pubblicazione “Priolo tra bellezza e cultura” anno 2012. 

 

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