APPRENDIMENTO DIFFERENZIATO “SCUOLA SENZA ZAINO”

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“L’innovazione si fonda sulla capacità di trasgredire, l’obbedienza in sé non è un valore, lo ripeto spesso, pensiamo allo zelo dei burocrati nazisti.

Non mi sono mai piaciuti i dogmatismi. Ho infranto i sacri testi dei soloni dell’oncologia cercando nuove soluzioni per i tumori del seno. Tante donne avrebbero subito mutilazioni inutili se avessi rispettato la gerarchia del sapere. Il valore delle donne e degli uomini, prima ancora che degli scienziati, passa anche dalla capacità di alzare gli occhi dai vetrini e guardare un po’ più in là, schierandosi dalla parte di un futuro migliore così come lo sappiamo immaginare”. (UMBERTO VERONESI, in un’intervista di Luigi Ripamonti, in “www.corriere.it/salute” del 25/04/2016)

  Fin dal 1925 l’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) si occupa di ricercare nuove strategie di innovazione nella scuola italiana.Punto di riferimento per la possibilità di ricorrere a nuovi e più efficaci approcci educativi in Italia, l’INDIRE adotta l’uso creativo delle nuove tecnologie nella formazione, dà nuovi significati ai concetti di spazio e di tempo nella didattica, ridefinisce  le metodologie educative, sperimenta nuovi scenari di crescita personale, offrendo alla scuola italiana l’occasione di avere “lo stesso passo” dell’evoluzione sociale. Il coinvolgente successo dell’iniziale progetto di ricerca-azione “Avanguardie Educative” promosso da INDIRE si è trasformato in un Movimento il 6 Novembre 2014, la cui mission destruttura i concetti di spazio, tempo ed organizzazione didattica e individua, supporta, diffonde nuovi modelli educativi.Da Settembre 2016, fa parte delle scuole capofila del Movimento “Avanguardie Educative” l’Istituto Comprensivo "Giovanni Mariti" di Fauglia (Pisa), che ha pensato, sperimentato, diffuso un nuovo approccio metodologico: l’Apprendimento Differenziato della “Scuola senza zaino”.A fronte delle difficoltà di apprendimento di alcuni alunni, l’Istituto Comprensivo “Giovanni Mariti” di Fauglia, ispirandosi all’espressione “la casa protegge, ma isola” di Gianni Rodari,  sceglie di mettersi in gioco per “scuotere” i livelli di apprendimento e per rinnovare il setting e lo spazio di apprendimento del proprio ambiente scolastico.

La sperimentazione di un “Apprendimento Differenziato” entra, successivamente, a far parte delle idee di INDIRE, arricchendo il mosaico di idee che concorrono al concetto della rivoluzione del fare scuola, sotto il profilo di tre direttrici e, precisamente: il TEMPO, lo SPAZIO e la DIDATTICA.

Cosa vuol dire differenziare?

Cosa differenzio?

Da chi lo differenzio?

Perché lo differenzio?

La differenziazione è sia un modello didattico rivoluzionario sia un costrutto culturale ed educativo innovativo, implicante varie dimensioni, come la dimensione individuale, socio-culturale, cognitivo-affettiva...e l’I.C.  “Giovanni Mariti” di Fauglia è riuscito, con la sperimentazione di una didattica innovativa, accattivante e coinvolgente e incentrata sull’apprendimento differenziato a creare una “scuola pensata” nella riorganizzazione degli spazi, nell’articolazione dei tempi e adatta ai tessuti relazionali tra i bambini, tra i bambini e gli adulti, tra gli adulti e gli adulti, una “scuola sperimentata”, cioè consolidata nella esperienza diretta che non è esclusiva “uno ad uno”, ma confluisce nelle varie relazioni che “vivono” e si consolidano proficuamente all’interno della comunità scolastica. Studenti, Strategie e Organizzazione sono i tre elementi su cui costruire un insegnamento-apprendimento “differente”.Ciascuno studente è una combinazione unica e irripetibile nella propria interezza, che viene percepito e non giudicato nella propria individualità esclusiva, che chiede ed ha il diritto di “pretendere” una relazione di scambio relazionale “investita” sul benessere.

Come accade nel passaggio da un disegno bidimensionale, a un basso rilievo, fino ad arrivare a “un tutto tondo”, così con la metodologia della “differenziazione” si guarda a ciascun soggetto nella sua globalità, con il passato e le esperienze pregresse, le proprie passioni e gli interessi, i suoi bisogni, potenzialità e sfide.Un curricolo sfidante si costruisce principalmente sui “plus”, che sono i punti di forza di ciascun allievo, mentre sullo sfondo i “deficit” costituiscono un elemento puramente indicativo.Il processo di valutazione viene costruito in parallelo alla progettazione degli apprendimenti e, per ogni attività, si struttura la valutazione in ingresso, in itinere, formativa, sommativa e in uscita: si punta sempre al coinvolgimento di ciascuno e si rende tutti coscienti dei percorsi intrapresi e dei successi conseguiti, poiché la motivazione degli studenti si fonda su compiti autentici, su prove di realtà.Raggruppamenti flessibili, materiali differenziati, postazioni tematiche e gruppi di livello sono vari snodi dell’apprendimento differenziato.

Il percorso di apprendimento all’interno della classe diviene un viaggio particolarmente significativo nelle postazioni per livelli: è in simile metodologia che lo studente si mette in gioco per lo sviluppo di apprendimenti diversi, imparando da solo, quando gli viene richiesto la risoluzione autonoma di un problema, e imparando in gruppo, ogni qual volta gli si chiede di collaborare con i compagni, seguendo le indicazioni concordate. Ovviamente, non mancano gli interventi dell’adulto, qualora si rendesse necessaria l’azione del docente, che, all’interno del percorso che si è precedentemente articolato, resta comunque ai margini dell’attività di interazione fra gli studenti.Situazioni individuali, di cooperazione, di richiesta d’aiuto creano, all’interno della classe, momenti frizzanti e operosi, con un variare dinamico del tono di voce, che si modula e si gestisce in maniera proficua ed efficace nella funzionalità dei vari interventi.

Strategico è il ruolo dell’insegnante che è fondamentalmente guida nella fase di progettazione, quando sapientemente promuove le potenzialità e stimola i talenti, personalizza la proposta formativa, attraverso un’intensa cooperazione sui modi, sui tempi, sugli spazi di apprendimento, grazie ai bisogni, agli entusiasmi e alle ambizioni di ciascun alunno. Le diverse attività si snodano in rotazioni: ogni postazione è dotata di strumenti correttivi e di strumenti di autovalutazione. Una volta terminate le attività, dopo aver condiviso una riflessione circa il proprio avanzamento formativo, prima in gruppo e poi con i docenti, i ragazzi  registrano i propri progressi su apposite schede di autovalutazione.Affinché si garantisca un lavoro differenziato e rispondente al ritmo di ciascuno, risulta fondamentale rivedere sia lo spazio “aula” sia lo spazio “scuola”: i banchi vengono sostituiti da “aree di lavoro”, anche semplicemente attraverso la loro unione in “isole di attività”, così che ciascuno studente possa scegliere la propria attività, all’interno di una stessa postazione. Gli alunni possono costituirsi in gruppo, in diade od anche individualmente.

Leggii, schedari, procedure di utilizzo, scansione della tempistica di utilizzo sono i materiali che, precostituiti e allestiti precedentemente, verranno proposti su ogni area di lavoro, al fine di scandire passaggi e momenti orientati all’acquisizione di quel determinato apprendimento.Ovviamente, in una “scuola differenziata”, il tempo viene ad essere “co-costruito”: studenti e docenti insieme concordano le attività della giornata, decidono a quali interventi dare più importanza e, così, anche il tempo della pausa viene modulato in base alle necessità di quegli alunni: l’intervallo, pertanto, non sarà per tutte le classi alla stessa ora.L’aspetto della lezione frontale erogativa è ridotto al minimo ed anche l’interrogazione ha una veste diversa: nella scuola primaria differenziata non si fanno interrogazioni, ma mini conferenze e sono senza voto, mentre, nella scuola secondaria, le conferenze e le mini interrogazioni comportano un voto.Altra differenza tra i vari gradi di scuola è l’assegnazione dei compiti per casa: nella scuola primaria sono previste attività pomeridiane solo in maniera ridotta nel fine settimana o quale  completamento di attività non concluse a scuola e comunque sempre personalizzate, in base alle necessità di ciascuno. Dalla scuola secondaria di primo grado, dove il tempo è prolungato tra le 30 e le 40 ore settimanali, i compiti sono un crescendo di complessità, ma mai oltre le 2 ore di attività pomeridiane.

Sicuramente una scuola “differenziata” è una scuola che si adatta e si conforma a ciascun alunno; pertanto, il tempo che vive una scuola differenziata è un tempo più lento, poiché ciascuno studente deve trovare il proprio ritmo e il proprio passo, conformemente al proprio modo di essere, di vivere, di sentire, di apprendere.La “scuola differenziata” è una scuola giovane e anticonformista, una scuola innovativa e innovata da tempo, spazio e nuovi approcci, è una scuola che, come la giovane lumaca di Sepúlveda, rifiuta il sapere tradizionale e guarda la realtà con un approccio realistico, accettando anche l’errore come nuovo stimolo per apprendere, ma basando sempre il sapere su una conoscenza diretta.È come quella giovane lumaca alla quale non basta il prato, sul quale il suo gruppo di lumache vive da sempre. Essa non si accontenta di essere come le altre felicemente senza nome; non le basta essere parte di una piccola e silenziosa massa: la lumaca vuole scoprire il mondo e, grazie ad un gufo e ad una tartaruga, riuscirà ad apprendere, giusto in tempo, che l'uomo sta per asfaltare il mondo naturale e proprio il giovane curioso animaletto riuscirà a salvare le sue compagne.“Io difendo il ritmo umano: il tempo preciso, né più né meno, che serve per fare le cose per bene. Per pensare, per riflettere, per non dimenticare chi siamo”. (Luis Sepúlveda, “La lentezza della lumaca”)

Mercadante Anna Serena

Docente di Scuola Primaria presso l’Istituto Comprensivo “C. De Giorgi” di Lizzanello con Merine (Lecce), nel 2006 consegue la Laurea con lode in Filosofia presso l’Università del Salento, specializzandosi poi in “Metodologie Psicopedagogiche di gestione dell’insegnamento-apprendimento nell’ambito didattico” con Diploma Post Lauream Biennale; frequenta inoltre il Corso di Formazione Progetto E-Twinning del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Erasmus. Nel 2012 consegue il Diploma di Formazione “Apprendere in contesti culturali allargati – La mediazione interculturale per il cittadino globale” rilasciato dall’Università Cà Foscari di Venezia e, nel 2013, il Master Universitario in “Didattica e Psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento – DSA”  presso l’Università del Salento con voto 110/110. Convinta sostenitrice del LifeLong-and-Wide-Learning, partecipa assiduamente ad esperienze di formazione.

 

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