Lontani ma vicini: nuove metodologie didattiche e sviluppi pratici, con risvolti emotivi e psicologici

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L’esperienza dimostra che tutte le situazioni di particolare gravità hanno un impatto emotivo e psicologico molto forte sulle persone coinvolte. In questa emergenza data dal Coronavirus siamo tutti più meno colpiti dal punto di vista lavorativo, personale e familiare. Molti hanno perso i loro cari o stanno lottando personalmente contro questo male invisibile. Altri soffrono per la reclusione in casa, soli e lontani da tutto e da tutti.

È proprio in un tale frangente che subentrano le tante domande di insegnanti e genitori su come sia possibile poter gestire l’aspetto emotivo, psicologico e sociale di bambini e ragazzi.Il prolungarsi dell’isolamento dalla vita sociale, la lontananza dalla sede di lavoro, la convivenza con la famiglia senza momenti per sé e la paura di ammalarsi, possono creare ansia, fragilità e apprensione; anche la percezione del rischio può essere distorta e amplificata dai mezzi di comunicazione sino a portare a condizioni di vero e proprio panico. Per tali motivi il Ministero della Salute ha promosso alcune iniziative di sostegno psicologico per ragazzi, docenti e genitori che, a partire da direttive nazionali, assumono carattere territoriale, nazionale, regionale e provinciale. Fra questi progetti si segnala quello del “Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi (Cnop)”, che, attraverso l’iniziativa “#psicologionline” invita i cittadini - tramite un  motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop) – a rintracciare lo psicologo o psicoterapeuta più vicino per prenotare un teleconsulto gratuito.  In caso di necessità potranno essere programmati interventi a distanza specifici e mirati. Si tratta di un progetto al quale hanno aderito oltre quattromila professionisti dislocati in tutta Italia.

Questa iniziativa è rivolta anche a medici, infermieri e personale sanitario coinvolti in prima linea nell’assistenza delle persone che sono colpite in forma più o meno grave dal Coronavirus e che a volte, in base alle situazioni mediche da affrontare, diventano loro stessi fragili dal punto di vista psicologico. Ciò è dovuto al forte impatto emotivo che comporta la questa pesante situazione dovuta alla diffusione della pandemia.Un altro sostegno per fronteggiare l’emergenza di natura psicologica connessa con la diffusione del COVID-19 è promosso dalla Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC). Alla pagina del progetto “Amicopsicologo” è possibile trovare lo psicologo o psicoterapeuta più vicino da contattare, dedicato sia ai comuni cittadini che agli operatori sanitari.A partire da tali iniziative nazionali, ogni regione ha attivato dei servizi telefonici di appoggio psicologico aperti ai cittadini.Nel campo scolastico, fra le proposte ideate dal Ministero dell’Istruzione, assume particolare evidenza quella stipulata con la Società Italiana di Pediatria ed il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, in continuità con il Progetto Nazionale “Benessere a Scuola”.

Attraverso vari programmi il Ministero individua percorsi rivolti alle scuole di ogni ordine e grado finalizzati ad integrare, arricchire e sostenere la didattica curriculare, nella consapevolezza che, accanto all’utilizzo dei mezzi informatici, che in questa fase forniscono un supporto essenziale nel garantire il diritto allo studio, non vengano tralasciati tutti gli aspetti relativi alla sfera psicologica, affettiva e relazionale.L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’equipe clinica e medico-psicologica dell’“Istituto Italiano di Ortofonolgia” di Roma, la “Società Italiana di Pediatria” e il portale di informazioni “Diregiovani”, propone attività rivolte sia a docenti, che a studenti, ma anche ai genitori, per accompagnarli “per mano” attraverso un confronto con le conseguenze pratiche, emotive e psicologiche dell’emergenza. Tutte le attività proposte, corredate da contenuti multimediali ideati e realizzati per le diverse fasce di riferimento, sono facilmente fruibili attraverso i seguenti spazi on line: “ Lontani ma vicini”, che dispone di una trentina di psicologi in ascolto  per fornire suggerimenti a studenti, docenti e famiglie durante l’emergenza del Coronavirus;“Ido con voi”, con un’équipe di quaranta specialisti, psicoterapeuti e terapisti della riabilitazione in aiuto di famiglie e bambini attraverso programmi di psicomotricità, osteopatia, attività ludico-educative e di sviluppo del linguaggio.

Si tratta di iniziative che vanno ben oltre e superano la didattica in quanto tale e che offrono un valido supporto nella gestione di problematiche precedenti alla attuale situazione di emergenza, quali le difficoltà legate ai processi di crescita, alle emozioni, ai cambiamenti legati allo sviluppo psicofisico durante l’adolescenza, e inerenti la sfera psicologica ed emotiva. Sia i docenti che i genitori, dal canto loro, per colmare dubbi, incertezze o gap culturali, hanno altresì la possibilità di accedere ad innumerevoli iniziative formative su differenti tematiche riguardanti il mondo della scuola, che si sono notevolmente sviluppate in rete in questo periodo con il diffondersi dei nuovi modi di fare didattica. Insegnanti e i genitori, infatti, si sono ritrovati, dopo un primo momento di disorientamento dato dal cambiamento della quotidianità, di orari ed abitudini, a dover fare i conti sia con i vantaggi che con i limiti della Formazione a Distanza. Gli strumenti informatici sono diventati indispensabili, così come la ricerca di mezzi efficaci di trasmissione dei contenuti. Da entrambe le parti si è capita l’importanza di tenere vivo il tessuto relazionale e sempre aperto il canale della comunicazione e sviluppare forme di sostegno reciproco. 

A partire da tali premesse diventa spontaneo dedurre come la didattica a distanza  non sia pienamente realizzabile, con risultati soddisfacenti, se alla base non vi sia una proficua collaborazione fra la famiglia e la scuola. A fare da tramite e a dare un aiuto indispensabile a questo tipo di processo sono certamente i genitori che rivestono il ruolo di “rappresentanti di classe”. Questo avviene in particolare in riferimento agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, che hanno bisogno di essere guidati ed accompagnati nel loro percorso di apprendimento. Dalla modalità e dalla qualità della gestione di questo canale pare dunque dipendere l’efficacia delle attività didattiche che verranno proposte e che potranno costituire un idoneo proseguimento dei percorsi di apprendimento svolti in classe, salvaguardando l’individualità degli studenti nel proprio processo di apprendimento e la libertà di insegnamento dei docenti.Questi ultimi, mettendo da parte la loro “ansia da programma non terminato”, dovranno cercare – inevitabilmente - di essere vicini ai ragazzi con le modalità loro congeniali  (ho assistito a molti esempi di approccio in tal senso) mantenendo un ruolo educativo a distanza anche attraverso attività pratiche e di svago, ma pure idonee a favorire la rielaborazione di quanto sta accadendo, accanto ad iniziative e buone pratiche attente al benessere dei propri studenti.

A loro volta i ragazzi, ben supportati dalle loro caratteristiche di flessibilità ed elasticità mentale, dovranno trovare nuovi modi per aiutarsi e collaborare, imparare metodi efficaci di studio a casa, comprendere come recuperare nel modo migliore nel caso di insicurezze ed eventuali insuccessi; in altri termini trovare nuovi modi di adattamento.Dal canto loro anche le case editrici ed i gruppi sindacali, stanno fornendo un valido sostegno professionale, attraverso corsi di formazione on line e spiegazioni teoriche sulle nuove modalità di fare didattica a distanza, dove la grande affluenza dei docenti dimostra la loro volontà di essere adeguati alle attuali richieste del mondo della scuola e di essere pronti al cambiamento. Taluni disagi psicologici potrebbero riguardare pure gli stessi docenti, anche loro impegnati a gestire questa situazione di isolamento e distanziamento sociale, continuando tuttavia a fare didattica in condizioni non sempre agevoli, con l’utilizzo di dispositivi e di piattaforme con le quali non hanno ancora grande dimestichezza.Così il supporto di personale esperto in psicologia a sostegno di alunni, del personale scolastico e dei genitori si configura come necessario, anche in vista del futuro rientro sui banchi scolastici.

Nel corso dei collegamenti fatti con gli alunni della mia classe di scuola primaria, la visione dei loro volti spaventati e degli sguardi preoccupati dei loro genitori, la lettura dei loro pensieri e l’ascolto dei loro messaggi affettuosi ma talora tristi, talora dubbiosi e sempre disarmanti, mi ha indotto ad affrontare questa fase con estrema delicatezza. Il passaggio improvviso da una didattica tradizionale “in presenza” ad una didattica “a distanza” è stato davvero di forte impatto emotivo ed ha sconvolto la quotidianità di ragazzi in crescita.Per quanto riguarda la mia esperienza personale, in questo periodo, come insegnante di scuola primaria, posso dire che l’empatia e la sintonia stabilita con la rappresentante di classe, dove prima il rapporto era piuttosto formale ed essenziale, mi ha indotta al confronto con altre realtà scolastiche attraverso la lettura di articoli o scambi con altri colleghi, trasmettendomi fiducia nel futuro. La mia conclusione, forse realistica, forse un po’ provocatoria, è che se è vero che le famiglie da sole faticano a far fronte alla situazione attuale, è altrettanto vero che la scuola non può fare a meno del loro supporto e della loro azione propositiva. In atre parole, è solo attraverso la collaborazione, che si sviluppa sul dialogo e su relazioni positive, che entrambe le parti possono attendere al proprio compito educativo nei confronti dei ragazzi. 

Pertanto emerge con forza il bisogno di comunicazione, sostegno reciproco, obiettivi condivisi, ma anche di aiuto psicologico laddove si presenti necessario, per poter continuare a garantire il diritto allo studio degli studenti, ben sapendo che anche la più tecnologica delle lezioni non può certo sostituire la presenza in classe, con le caratteristiche di gestualità, empatia e contatto umano.La didattica, che è l’insieme delle pratiche “atte ad istruire” può, attraverso la tecnologia, integrare ed approfondire tale diritto fondamentale fondato sul dialogo e la relazione, così come la tecnologia diverrà in tali processi parte integrante del fare scuola. Una scuola, quella nella quale faremo ritorno, che non sarà più quella di prima, ma che sarà migliore se saprà guardare al futuro senza dimenticare il proprio passato.

Francesca Zanini (04/09/72), veronese, insegnante di ruolo nella scuola primaria, laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Verona. Abilitata al ruolo di Giornalista Pubblicista presso l’Ordine dei Giornalisti del Veneto dopo aver svolto praticantato presso una rivista mensile specializzandosi in narrativa contemporanea con recensioni su scrittori esordienti. Nella scuola ha ricoperto diversi incarichi, fra i quali Tutor di docenti neoimmessi in ruolo e Curricolo, per cui ha svolto la mansione di Funzione Strumentale. Recentemente ha acquisito l’idoneità all’insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria frequentando il corso triennale di formazione linguistica autorizzato dal Ministero. Fra gli interessi principali, oltre alla narrativa, vi sono l’arte, la filosofia e la gastronomia.

 

 

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