Scuola e Famiglia: diversamente convergenti.  

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Le due parti complementari con denominatore comune “Territorio” che formano l’unità. La Legge Delega n. 477 del 1973 e i Decreti Delegati del 1974 acclarano il processo di democratizzazione della Scuola segnando il passaggio dalla Scuola di Stato alla Scuola come comunità educante che si apre alla più ampia comunità sociale: un passaggio dovuto che esplicita chiaramente quanto fosse necessario coinvolgere la Famiglia, agenzia educativa naturale  sulla quale lo Stato ‘conta’ per assicurare la ‘discendenza’ dei cittadini attivi (art. 30, Costituzione).

A distanza di quarant’anni, però, l’interesse sociale nei confronti della partecipazione scolastica si è particolarmente affievolito e, purtroppo, si constata che per qualcuno “essere dentro” ha significato semplicemente poter controllare direttamente i processi operativi confondendo il proprio compito con l’opportunità di poter assumere una posizione difensiva nei confronti dei  figli se non offensiva nei confronti degli insegnanti. La Scuola conosce bene il proprio compito: la funzione politica definisce le priorità del Sistema di istruzione e formazione perché l’Amministrazione possa definire gli obiettivi strategici propedeutici al successo formativo di tutti gli studenti e di ciascuno di loro concretizzando la ratio della Scuola.  

Famiglia e Scuola perseguono lo stesso obiettivo: emancipare le Persone in età evolutiva attraverso un graduale e armonico processo di maturazione della personalità, propedeutico all’integrazione nel tessuto sociale complesso e competitivo. Compito assai arduo che non si può esaurire nella fredda trasmissione di contenuti avulsi dal loro significato valoriale, frutto di esperienze millenarie in continua evoluzione e sempre più perfezionate che hanno onorato la dimensione Umana degli individui costituita dalle diverse identità territoriali dinamicamente complementari e funzionali all’esistenza e alla conservazione del genere Umano.                                                                                                                                                                            L’agire quotidiano, consapevole e partecipato, è testimonianza del patrimonio culturale territoriale, ancorato a profonde radici storiche, le medesime che hanno contribuito a costituire l’intreccio reticolare che tiene aggregata la Storia; la medesima Storia all’interno della quale si manifesta l’identità culturale rivelandosi indispensabile per il solo fatto di esserne stata, comunque, protagonista, spendendosi generosamente e apportando propri contributi. Famiglia e Scuola, allora, parimenti responsabili, sono accomunate dal denominatore comune ‘territorio’ che porta all’unità delle due parti. L’azione, diversamente convergente, delle due parti, rispettosa dei rispettivi ruoli, promuove il riconoscimento di sé stessi come ‘altri’, non stranieri del nostro Pianeta, al pari di ‘tutti gli altri’in un circuito virtuoso di apertura allo scambio e all’arricchimento culturale nel rispetto e nella valorizzazione dell’identità storica, culturale e territoriale, presupposto indispensabile per l’affermazione e lo sviluppo della cultura dell’accoglienza e dell’inclusione.                                                                                                                                                                                                     

Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari, Laurea in Lettere (tesi: Fragilità maschile e femminile in Capuana), Master II livello "La dirigenza scolastica nella società contemporanea". Ha ricoperto incarichi di Fiduciaria di Plesso, Referente Continuità, Funzione Obiettivo e Strumentale extrascuola, Tutor Neoimmessi (3), Referente "Legalità, Ambiente, Bullismo", Esperto Progetto Pon ( competenze di base italiano) "Libertà di pensiero e parola...rispettando le regole", Membro CdC (tutt'ora), Referente "Curriculo Locale" per l'attuazione della L. R. n. 9/2011 (quest'anno).Insegno dall'anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l'azione educativa

 

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