School Day eLearning Day  “Competenze, inclusione e metodologie didattiche 4.0”.

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Il 9 Dicembre del 2019  si è tenuto il XVI School Day E-Learning Nazionale 2019, presso la Camera dei Deputati di Roma. Un team di professionisti del mondo della scuola hanno posto

l’accento sull’ importanza  e lo sviluppo delle nuove metodologie didattiche 4. 0 come vettori principali nella scuola delle Competenze. Nell’affrontare il tema di come rinnovare le metodologie e le attività didattiche, ponendosi in un’ottica che si focalizza sul discente e sui suoi bisogni, è opportuno porre l’accento sull’attenzione che dovrebbe sempre essere fatta alla soddisfazione dell’individuo rispetto all’apprendimento, alla percezione della sua qualità e alla sua stretta connessione, sia in termini di strumenti che di contenuti, con le richieste e le sfide poste dalla realtà in cui viviamo.Tantissime le relazioni, con diversi argomenti attinenti al mondo della scuola molto apprezzati dai Dirigenti e docenti presenti. Si sono susseguiti relatori autorevoli che sono riusciti a dare una visione futuristica della scuola fra nuove metodologie, attraverso esperienze in campo,  nuovi approcci personali con gli alunni e aule per accogliere il nuovo modello educativo.

Ci sono come ha assicurato Lidia Cangemi dirigente scolastico “Liceo Kennedy” di Roma co-fondatrice delle scuole DADA e rete scuoledada.it, con Ottavio Fattorini, dirigente scolastico co-fondatore delle scuole DADA e rete scuoledada.it., già 100 scuole in Italia che sperimentano questo modello, per un nuovo modo di fare scuola , il quale prevede che “ l’ aula “ non sia più della classe es. 4^A o 4^B ma l’ aula delle discipline e legate ai dipartimenti disciplinari (l’aula di matematica, fisica, scienze…). Il modello sperimentale capovolge il regno tradizionale della scuola con un nuovo modo di fare scuola attraverso una didattica innovativa. I Licei Scientifici Statali “J. F. Kennedy” e “A. Labriola” di Roma hanno avviato a partire dal corrente A.S. 2014/15, una radicale innovazione pedagogico–didattica e organizzativa con l’obiettivo di coniugare l’alta qualità dell’insegnamento liceale italiano, con la funzionalità organizzativa di matrice anglosassone. Gli istituti funzionano per “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o due docenti della medesima disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora. Ciò favorisce l’adozione, nella quotidianità   scolastica, di modelli didattici funzionali a quei processi di insegnamento-apprendimento attivo in cui gli studenti possano divenire attori principali e motivati nella costruzione dei loro saperi. L’aula, come afferma la Preside Cangemi, per adattarsi alla lezione che viene proposta di volta in volta;  personalizzata dagli stessi docenti e resa da loro stessi  confortevole ed ospitale,  è un simbolo tangibile del cambiamento. Essa diventa il luogo elettivo dell’apprendimento in grado di  rispondere in maniera efficace ed esauriente ai bisogni formativi ed informativi degli alunni del terzo millenio,  abituati ad usare diversi codici di comunicazione, ed apprendere  attraverso  canali formali, non formali ed informali, che favoriscono un apprendimento  visivo e ”liquido” e privilegiano i lavori di gruppo.

L’ingegner Emiliano Gatti Presidente dell’associazione fablab Italmaker ha parlato di coding dalla scuola dell’infanzia. È l’unica maniera – ha detto Gatti – per creare cultura informatica, utile anche al futuro mercato del lavoro, dal momento che quello di oggi è scarno di programmatori. Il  mondo didattico è cambiato velocemente, tanto da obbligare docenti e studenti ad adeguarsi ai nuovi metodi di apprendimento. Fra le recenti materie di insegnamento, c’è il sicuramente il coding per bambini. Scopriamo insieme cos’è e quali sono gli strumenti utili per apprenderne le potenzialità in ambiente scolastico, come il SamLabs.Il “decreto scuola” recentemente approvato dalla Camera dei deputati (D.L. 126/2019), inserisce ufficialmente il coding come competenza obbligatoria.

Sam Labs nasce con l’obiettivo di insegnare in modo innovativo ed attrattivo sia il linguaggio del coding che la sua applicazione più immediata all’interno della didattica: lo STEAM. L’acronimo (Science, Technology, Engineering, Arts e Mathematics) si può declinare nello studio più approfondito dei sistemi informatici partendo dalle basi. Si può pertanto iniziare ad immergervi gli studenti fin dai primi anni della scuola primaria. In questo contesto si inserisce perfettamente “Sam Labs“: la connessione più immediata e creativa per iniziare a dialogare con i linguaggi computazionali tramite un software specifico che collega fra loro pulsanti e mattoncini simili e compatibili con il “Lego“. In altri termini, un “coding block“. Gli studi recenti sostengono che il coding sviluppa la creatività e il lavoro di gruppo.

«Il gusto di inventare qualcosa è un’esperienza entusiasmante. Imparare a programmare è uno stimolo a creare, a progettare oggetti e aggiungere qualcosa al mondo» fa notare il designer Massimo Banzi, co-inventore di Arduino, il dispositivo elettronico per progettare prototipi in modo semplice. «Esplorare, provare, sbagliare e, poi, arrivare alla soluzione: l’approccio al coding fa crescere l’autostima dei nostri piccoli» aggiunge la Alaimo. «E poi qui non è come a scuola, dove l’errore non è ammesso. Ho progettato un codice che non va? Lo cancello e lo rifaccio, cercando di capire perché non ha funzionato. Il digitale consente di sbagliare a costo zero. Perciò è un’ottima palestra per confrontarsi con le proprie insicurezze».

Durante il convegno non sono mancate le esperienze sviluppate in campo da diversi docenti  i quali hanno evidenziato il valore formativo ed educativo della Flipped Classroom : “ Studenti più attivi , docenti più felici”, cambiamento che ha suscitato energia positiva negli studenti attraverso la classe capovolta. Le modalità didattiche della “Flipped Classroom” (FC) tendono a tradurre questo modello in un’opportunità didattica: utilizzando le potenzialità dei nuovi dispositivi digitali si scompone la lezione in più momenti, dentro e fuori la classe (Mary Beth et al. 2015).Si parte da una fase preparatoria nella quale gli studenti possono fruire di materiale fornito da un docente o semplicemente già esistente nella rete; questo può essere ovviamente un video o siti in qualche maniera accreditati, scientifici o documenti (come le teche Rai o gli archivi dei giornali) per familiarizzare con l’argomento della lezione.In questa maniera anche gli allievi più insicuri possono armarsi per ricche argomentazioni durante la lezione: questa infatti perde il suo carattere verticale (questa tipologia può benissimo essere registrata e lasciata a disposizione on line) per diventare un seminario interattivo in presenza, in pieno spirito costruttivo, dove il docente dopo aver fornito delle informazioni elementari – come l’argomento che verrà trattato – condurrà la discussione sulla base del materiale raccolto dagli studenti, in modo da generare nuovo sapere assieme a loro.

L’attività seminariale ovviamente, per un approfondito livello di discussione, è bene si basi anche su testi scientifici come, ad esempio, quelli dalle biblioteche elettroniche delle rispettive università, da Google Scholar o da parti accessibili di Google book.Inoltre, possono rimanere a disposizione poi le classiche slide riassuntive del percorso indicato dal docente, arricchite da quanto prodotto insieme agli studenti.Flipped Classroom è in sostanza un ribaltamento del tradizionale metodo scolastico: ciò che veniva fatto in classe e a casa viene capovolto. Così facendo si spostano i momenti e luoghi degli obiettivi didattici, che erano così ordinati – utilizzando la tassonomia di Bloom -: ricordo, comprensione, applicazione, analisi, valutazione e creazione (Min Kyu et al. 2014).L’interessante giornata di studio e approfondimento è stata conclusa con l’intervento straordinario di Roberto Vecchioni, cantautore, intellettuale, scrittore, umanista, docente liceale e universitario in pensione. Un intervento interessante è stato il compendio di una giornata formativa dove arte, scienza e informazione si sono amalgamate per lasciare nei presenti un messaggio sociale e culturale di grande  livello.

Voglio concludere , affermando la valenza formativa dell’ incontro , ascoltando e guardando le esperienze mediate dai professionisti della scuola , voglio fare una breve considerazione sullo sviluppo delle tecnologie nelle attività didattiche innovative che vengono proposte lo studente dovrebbe poter cogliere una pluralità di obiettivi che rivestano per lui importanza: acquisire strumenti culturali e di conoscenza per affrontare il mondo; sviluppare metodi e competenze che gli consentano di acquisire autonomia e capacità critica, essere in grado di identificare strumenti che gli permettano di guardare la realtà con spirito critico, aperto, responsabile e competente. Occorre anche incoraggiare nello studente il desiderio di riprodurre la situazione positiva di apprendimento (ri-produzione autonoma) e di effettuare altre esperienze di cui sia lui stesso il promotore (effetto a spirale). La IV Rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un luogo da vivere e abitare, un prolungamento della mente, un “mondo” che si intreccia con il “mondo reale” e mondo artificiale” e che determina vere e proprie ristrutturazioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza, capace di rideterminare la costruzione delle relazioni e dell’identità.

Rosanna Gangi, docente,Ha lavorato presso gli Enti Locali, Lavora presso il MIUR dal 1993. Laurea In Scienze della Comunicazione pressol’Università di Messina, Laurea Specialistica in scienze pedagogiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, Master in Legislazione scolastica e management della negoziazione, docente specializzata per alunni disabili, specializzazione biennale per soggetti con disturb  dell’apprendimento. Docente tutor e coordinatore presso Università di Enna. Ha conseguito diversi Master di I e II livello tra cui “ La Dirigenza scolastica nella scuola dell’autonomia”. Ha operato dal 1996 all’interno delle Istituzioni scolastiche come responsabile di progetti sulla conoscenza del territorio. Con diverse pubblicazioni scolastiche e multimediali. Esperta esterna MIUR PON FSE . Formatore MIUR nel Piano Formazione Docenti. Ha svolto diversi incarichi con gli enti pubblici tra cui Esperto esterno Nucleo di Valutazione. Elaborazione e coordinamento del progetto “Vivere Priolo” dal 2003 al 2007. Ha svolto diverse Funzioni strumentali dal Coordinamento del PTOF alla Valutazione , sostegno agli alunni, Fondi strutturali Europei e Indire e Invalsi. Referente di Plesso. Insegna al II Istituto Comprensivo “A. Manzoni ” di Priolo Gargallo dal 1998.Ha curato e scritto la pubblicazione “Priolo tra bellezza e cultura” anno 2012.                                                                                                                       

 

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