Didattica a distanza. “Fare di necessità virtù”: una lezione per tutti.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Nella drammaticità della situazione che stiamo vivendo appare stupefacente quali e quante siano le risorse umane e tecnologiche in supporto della “didattica a distanza”. Si sono spente le luci, all’improvviso, sul sipario della scuola per “sospenderla”. Tuttavia, altrettanto inaspettatamente, rinasce “nuova”, più flessibile, più personalizzata, più tecnologica ma soprattutto più viva, guidata dal filo conduttore che lega ed unisce irrimediabilmente al suo mondo tutti coloro che vi lavorano.

Accendi il click, senti le loro voci, si rivedono, parlano tra loro. Ci sono tutti dopo pochi minuti. Ti salutano, felici di ritrovarsi, ritrovarti. Dunque, siamo tutti parte di una comunità, a prescindere da qualsiasi contesto. Si scopre che alunni ed insegnanti sono prima di tutto legati da un rapporto profondo affettivo, emotivo, fatto non solo, quindi, di connessioni neuronali (quest’ultima, forse, meno urgente nel ruolo di facilitatore della comunicazione). Qual è, allora, il ruolo del docente, ora? Condividere le sue scoperte, l’efficacia dei media nell’utilizzo di questo o quella applicazione come utile strumento/mediatore di supporto per la lezione a distanza o scoprirne di nuovi insieme ai suoi alunni per renderli fruibili a tutti, utilizzare diversi strumenti? Sarebbe troppo riduttivo se il valore aggiunto si condensasse solo in forme di attività aggiuntive per quanto apprezzabili di per sé anche solo per lo sforzo e l’impegno profusi.La situazione che stiamo vivendo è pesante. Si trascorrono tante ore a casa in assenza di contatti. Malgrado ciò, la scuola si rivela, ancora, “luogo” di aggregazione e condivisione prima di tutto di stati d’animo, anche se celati, esorcizzati dalla lezione con la lavagna interattiva, l’applicazione coi grafici, l’esercizio, la battuta del compagno in chat, l’intervento a voce per chiedere spiegazione. Ci si ritrova: la vita continua. 

La scuola, forse, prima di tutto “scopre” di essere in grado di educare ad imparare a vivere nelle e con le difficoltà emergenti. Si fa quel che si può con ciò che si ha, ora. Mi sembra una bella lezione. Ma non sembra sia l’unica. Anche gli insegnanti imparano (sebbene il loro ruolo sia proprio quello di imparare). Imparano ad essere consapevoli del loro compito educante ovvero di educare alla vita, dando l’esempio.Non si arrendono di fronte alle avversità. Si può lottare sempre per guardare avanti con ciò che si ha. S’industriano utilizzando ogni risorsa disponibile per fare lezione scoprendo le potenzialità delle tecnologie oggi disponibili. Imparano ad educare i giovani indicando l’unica via percorribile nella vita: è possibile trasformare una situazione dolorosa in un’occasione di rivalutazione dell’intera scala valoriale umana e sociale. E’ importante la lezione? Non tanto la singola lezione in sé ma ciò che ne deriva, il contenuto e la portata di cui si fa carico, presidio della scuola stessa: assurge a ruolo principale il dover imparare a “filtrare” le cose importanti. E succede che finalmente cresciamo, tutti insieme, anche solo imparando che in classe manca tutto ciò che ora ci viene offerto “forzatamente” ed inaspettatamente come possibilità ed opportunità di condivisione.

“Diviene” importante lavorare rispettando il tempo per intervenire, restare in silenzio, ascoltare e studiare; si “scopre” la ricchezza di software utilizzabili da PC, tablet o cellulare quali mediatori “nuovi” ed accattivanti e, soprattutto, s’impara ad attribuire il giusto rispetto e la dovuta considerazione per tutto ciò che abbiamo sempre “vissuto” per abitudine attraverso, ora, una rinnovata/maturata consapevolezza/coscienza di esserci e di voler esserci comunque.Finalmente sembra importante per tutti porre al centro degli sforzi un percorso di condivisione d’intenti che va ben oltre il voto di fine anno: divengono protagonisti assoluti il processo di apprendimento, l’interrelazione tra discenti e docente emotiva e razionale ad un tempo attraverso la comunione di risorse umane e materiali, diversamente non apprezzate abbastanza da rendersi proficue e/o nemmeno reperibili/disponibili con la medesima efficacia. Numerosi sono gli interrogativi che scaturiscono da tale esperienza: è davvero “possibile” una scuola finalizzata ad imparare? Quali saranno le possibili ricadute di tutta questa esperienza, verosimilmente lunga, sulla scuola del futuro? Cosa ci sta insegnando? E cosa si può fare per far sì che nulla si perda di quanto “vissuto” hic et nunc nel ritorno alla “normalità”? Forse (o senza forse) è giunto il momento di ripensare tutto e di sentirci tutti davvero importanti per tutti.

Orsola  Parmegiani Laureata in Fisica. Inizialmente impegnata nella ricerca e negli studi in Fisica medica,  ha seguito un percorso di esperienza e di studio incentrato prevalentemente sull'apprendimento, accumulando negli anni diversi titoli riconosciuti dalle Università tra cui 5 specializzazioni sulle metodologie didattiche, dedicandosi al mondo della scuola in un'esperienza ventennale sul campo anche diversificata.

 

 

M.A.GI.C. - Education Training

Tel.0832.521887 - Cell. 368.581458
Via Arturo Caprioli N°8 - 73100 Lecce
P.I.05034810753 - Email luigimartano51@gmail.com

© M.A.GI.C. Education Training di Luigi Martano All Rights Reserved.Design By Promowe.it

Search