La Pazienza è la capacità che aiuta a posticipare, rimandare oppure eliminare la reazione ad eventuali imprevisti (avversità) mantenendo un atteggiamento neutro, dunque, a controllare le proprie emozioni. E sono subito chiamati in causa l’adattamento e la ‘governance’ delle inevitabili tensioni, elementi più o meno imprescindibili dalla quotidianità.
“Luci ed ombre”, purtroppo, caratterizzano la Storia mondiale dell’ultimissimo periodo, gravata dal peso della Pandemia che non conosce confini e colori e che ha messo a forte repentaglio l’equilibrio psico-fisico sociale oltre che economico, variabile negativa che attanaglia il pensiero prima che l’agire.
Gli effetti de Pandemia sulla vita di ognuno riguardano le ricadute sulla libertà e sulle restrizioni imposte dai Governi, loro malgrado, agli individui per evitare la diffusione del contagio. Limitazioni radicali che ci hanno catapultato in una dimensione che non ci appartiene, impegnati a combattere una guerra contro il nemico invisibile che è stato capace di cancellare, con un solo colpo di spugna, gli standard antropologici che caratterizzavano la nostra epoca.
E chi potrebbe negare la fragilità propria dell’essere umano, fragilità intesa nella sua più nobile accezione, “la fragilità che rifà l’uomo” (Vittorino Andreoli) consentendogli di prendere coscienza della propria condizione e dirigere i propri comportamenti sotto la guida delle virtù umane, non ultima la Pazienza!
Il principio è “flectar ne frangar”: flessibilità, elasticità e plasticità generano capacità di adattamento e, quindi, ‘disponibilità’ al cambiamento direttamente proporzionale alla ‘pazienza’ cioè alla disposizione d’animo, abituale o attuale ad accettare e sopportare con tranquillità e moderazione le contrarie della vita.
Sui social capita spesso di leggere ‘Keep calm and Carry on’, un’espressione risalente ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, in Gran Bretagna, quando lo slogan fu creato per mantenere alto il morale degli Inglesi.
Il brand è tornato alla ribalta: una ‘ricerca’ nel passato rivelatasi una risposta nuova ad un’esigenza sociale attuale, proprio per questo innovativa in quanto ‘azione’ in grado di portare vantaggio reale a persone e gruppi sociali. In questa prospettiva innovare ha significato attingere dall’esperienza per consentire nuovi e maggiori benefici, una scelta morale ed etica.
Innovarsi per essere capaci di fronteggiare, resistere e riorganizzarsi positivamente, dunque, per essere resilienti che non significa non soffrire o mancare di empatia e nemmeno invulnerabilità. Gli esperti delle neuroscienze propongono di allenare la mente a reagire nel migliore dei modi agli imprevisti della vita e c’è chi concorda sul fatto che più precocemente si apprendano le strategie di resilienza maggiore sarà la sua efficacia in quanto sarà parte integrante della personalità dei bambini e degli adulti del domani.
Meccanismi psicologici quali l’appraisal e il coping sono strettamente collegati al processo di regolazione emotiva che insieme alla sperimentazione delle emozioni positive hanno dimostrato di avere dei legami con il costrutto della resilienza.È necessario, però, passare dalla teoria della resilienza alla pratica della resilienza per diventare prassi e metodologia di lavoro, facendo tesoro degli studi nazionali e internazionali.
Agenda 2030 fa della resilienza uno dei pilastri fondamentali in quanto fattore strategico per affrontare il futuro in un’ottica di ecosostenibilità ed insiste sulla concretizzazione di questo obiettivo a partire dall’Uomo, protagonista responsabile di tutti gli effetti conseguenti a ‘cause’, frutto delle sue scelte.
“Saper essere pazienti” e “Saper essere resilienti” sono competenze indispensabili che si maturano attraverso la conoscenza e l’esercizio per acquisirle e consolidarle sebbene risultanti dall’interazione di fattori genetici e stimolazioni socioculturali e l’uomo non è solo natura, è anche e soprattutto cultura
La Scuola, “PRESIDIO” della sana e corretta evoluzione della Persona, deve testimoniare costantemente e sistematicamente il proprio ruolo, riconosciutole dalla Costituzione, per implementare la saggezza pratica, la parte più importante del vivere umano, cioè la pratica costante di valori etici e morali al fine di integrare e interiorizzare sapienza nei processi operazionali in modo naturale. E’ la cultura che fa l’uomo e la Scuola deve motivare l’Uomo ad appassionarsi alla Cultura!
Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari, Laurea in Lettere (tesi: Fragilità maschile e femminile in Capuana), Master II livello "La dirigenza scolastica nella società contemporanea". Ha ricoperto incarichi di Fiduciaria di Plesso, Referente Continuità, Funzione Obiettivo e Strumentale extrascuola, Tutor Neoimmessi (3), Referente "Legalità, Ambiente, Bullismo", Esperto Progetto Pon ( competenze di base italiano) "Libertà di pensiero e parola...rispettando le regole", Membro CdC (tutt'ora), Referente "Curriculo Locale" per l'attuazione della L. R. n. 9/2011 (quest'anno).Insegno dall'anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l'azione educativa