L’ ERA DIGITALE È A PROVA DI INCLUSIONE

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Lo scenario internazionale appare oggi segnato da una radicale trasformazione del tessuto culturale, economico e politico delle moderne società industrializzate le quali sono collegate da una rete mediatica che ha modificato i comportamenti, la percezione dello spazio e del tempo, il senso dell’identità di ciascun essere vivente, persino i sistemi cognitivi.

Non c’è campo della vita associata che non sia gestito da sofisticate apparecchiature capaci di controllare un intero sistema globale fondato sulla trasmissione di dati. È, questa in cui stiamo vivendo, la società dell’informazione che passa attraverso processi digitali, tant’è che ai giovani degli ultimi decenni è assegnata la definizione di nativi digitali.

Molto di ciò che prima era gestito esclusivamente dalla forza razionale connaturata nell’uomo, oggi può essere condotto da procedure alimentate da meccanismi artificiali.http://www.medicina.unimib.it/cmsMedicinaFiles/image/banner_animati-ico_biotec_01.jpg

I mutamenti esercitati da questi nuovi sistemi hanno intaccato profondamente la struttura mentale di chi è nato già al loro interno e quindi anche il modo di apprendere. Per questo motivo, la Scuola, che dei processi d’apprendimento si occupa, non può sottrarsi al dovere di esaminare attentamente i mutamenti strutturali che interessano i giovani, approcciandosi loro nel modo più adeguato per ottenere risultati efficaci e duraturi. La storia dell’uomo, fin dalla sua comparsa, è, in fondo, la storia del suo adattamento agli stimoli provenienti dall’esterno il che gli ha consentito di sopravvivere modificando continuamente il suo corpo, il suo comportamento, il suo modo di pensare.Non è esagerato affermare che la Biotecnologia ha determinato una nuova Antropologia che riconosce una simbiosi sempre più evidente, a tratti inquietante, tra uomo e macchina, tra vita naturale e vita artificiale. Un bambino italiano, nato sessant’anni fa, era affascinato dalle immagini trasmesse via cavo e se avesse voluto alzare il volume, si sarebbe avvicinato al televisore per premere un bottone.  Un bambino nato trent’anni fa non avrebbe avuto più bisogno di alzarsi dalla poltrona. Con un telecomando accanto avrebbe pigiato un tasto. Un bambino nato pochi anni fa è già capace di attivare un comando vocale e, nonsolo non si alza, ma non pigia neanche un tasto semmai, in assenza di un controllo vocale, sfiora uno schermo. È solo un esempio ma è fortemente indicativo di come sia cambiato l’approccio agli stimoli esterni.http://exiledonline.com/wp-content/uploads/2009/05/wallejunk.jpg

Un bellissimo film di animazione della Pixar, Wall-e, mostra il nostro pianeta totalmente sommerso dai rifiuti, dove non cresce più un albero e non esiste più forma di vita. L’uomo, trasferitosi in un altro pianeta, dove tutto è digitalizzato, non ha più motivo di muoversi e ingrassa, a dismisura. Certo, sarebbe sciocco rifiutare l’evoluzione tecnologico-scientifica che ha portato anche a un allungamento della vita umana, a una palese sconfitta di malattie che fino a pochi decenni fa mietevano parecchie vittime ma è necessario che tutti coloro che sono coinvolti in questi processi, peraltro di una velocità esponenziale, stiano al passo con i cambiamenti adeguando le loro procedure alle novità imposte dal progresso.

La Pedagogia ha dato risposte importanti in tal senso.

Il soggetto-persona viene infatti adesso considerato come il frutto di una pianta le cui radici affondano nell’ambiente in cui è nato, in quello in cui è cresciuto, su un terreno composto di memoria, di esperienze, di continue e infinite variabili che costituiscono la cifra personale di quell’irripetibile io-persona.Il processo formativo che si attiva in una scuola deve tenere conto di questo universo esistenziale che è ciascuno studente, personalizzando un progetto educativo che si trasformerà nella capacità, per il discente, di realizzare un proprio progetto di vita e quindi nella sua autonomia, nella sua capacità di scelta, di integrarsi in una società con la quale dovrà confrontarsi ogni giorno.La voce di Dewey è pertanto oggi sempre attuale: il valore dell’esperienza è fondamentale perché è da intendere come sintesi del rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui è inserito e con il quale interagisce. Per cogliere le potenzialità di un allievo è quindi necessario partire da questo: dall’esperienza sociale, dal suo vissuto personale, per cogliere la giusta chiave di lettura che possa aiutare l’educatore a sviluppare le vocazioni del soggetto in formazione, a valorizzarle.

In questa direzione, ma da una prospettiva diversa, lo psicologo Howard Gardner ha scritto e segnato un capitolo fondamentale nell'evoluzione pedagogica, diventando un riferimento ispiratore di molte pratiche didattiche. Ci si riferisce alla nota teoria delle  intelligenze multiple, secondo la quale un individuo è dotato di almeno sette (poi otto e adesso non meno di dieci) moduli mentali interagenti tra loro ma differenti e deputati a diversi settori dell’attività umana; non semplici abilità o propensioni cognitive ma vere e proprie intelligenze sulle quali fare leva per cogliere le peculiarità di un soggetto aiutandolo a potenziare le altre. Questa teoria non ha un reale fondamento scientifico ma è certo che abbia aperto varchi molto utili nell’approccio ai discenti ai quali si è sempre tradizionalmente chiesto di privilegiare le abilità logico-cognitive, lasciando indietro coloro che ne appaiono, se non del tutto sprovvisti, comunque carenti. Per i ragazzi che rivelano bisogni educativi speciali (BES), compresi quelli che mostrano disturbi specifici d’apprendimento (DSA), cercare chiavi d’apertura diverse per centrare gli obiettivi didattico-disciplinari, l’invito di Gardner appare efficace per assecondare una democratica cultura dell’inclusione, per offrire a tutti pari opportunità di crescita.

Giovannella Gennaro nasce a Catania il 1° luglio del 1965 e vive alle pendici dell’Etna dove svolge anche la sua docenza di Materie Letterarie, in una scuola alberghiera. Profondamente attratta da ogni espressione naturalistica, ama dedicare il suo tempo alla fotografia, al cinema, alla lettura e al viaggio. Fiera sostenitrice dei diritti umani, professa, con immutato vigore, l’avversione ad ogni forma di sopraffazione, xenofobia, razzismo ed integralismo. Ha ricoperto numerosi incarichi scolastici istituzionali quali F.S. al ptof, coordinatrice dipartimentale, referente Erasmus+, formatrice sulla progettazione di candidature Erasmus, beneficiaria di mobilità all’estero, in Spagna e in Finlandia, tutor di progetti PON. 

 

 

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