PROGETTO “AIDA” - Ambienti integrati di apprendimento - Architettura e spazi  per l’inclusione

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L'OCSE definisce lo "spazio educativo" come uno spazio fisico che supporta molteplici buone prassi, che rispetta l'ambiente ed è in armonia con esso; che incoraggia la partecipazione sociale, fornendo un contesto sicuro, comodo e sano, stimolando i suoi occupanti

(“Linee guida per il ripensamento e l’adattamento  degli ambienti di apprendimento a scuola” Interactive Classroom Working Group (ICWG) e European Schoolnet (EUN).)Il concetto più ampio di ambiente di apprendimento risiede in molti documenti di respiro europeo e non (Rapporto Delors  del 1999, Rapporto di Clever Classrooms, Libro Bianco di Cresson, Indicazioni Nazionali del 2012,  Nuovi Scenari del 2018 ). Nelle Indicazioni Nazionali del 2012 si definiva l’ambiente di apprendimento come elemento di qualità pedagogica; riferito alla Scuola dell’Infanzia, come un luogo accogliente, caldo, attento alla cura, al gusto estetico, atto a promuovere benessere nelle bambine e nei bambini. Alla scuola del primo ciclo uno spazio in cui dare senso all’esperienza educativa, promuovere il ruolo attivo del proprio apprendimento, acquisire competenze di cittadinanza sociale attiva e responsabile.

Nelle ultime Linee guida della Commissione europea del 13 aprile 2018 “Linee guida per il ripensamento e l’adattamento DEGLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO A SCUOLA”, l’Europa ridisegna gli "spazi educativi" come spazi fisici che supportano molteplici programmi di insegnamento e apprendimento e metodi didattici diversi, incluse le attuali tecnologie. In senso stretto, un ambiente di apprendimento fisico è visto come un'aula convenzionale mentre, in senso ampio, è inteso come un insieme di contesti educativi formali e informali in cui l'apprendimento si svolge sia all'interno che all'esterno delle scuole (Manninen et al., 2007), promuovendo il ruolo attivo del discente.

L'apprendimento avviene "al di fuori del sistema d'istruzione formale" e ciò ha cambiato la natura della scuola e la finalità e il ruolo del docente ( coach- regista-facilitatore- mentore- designer didattico). Le metodologie didattiche del XXI secolo, quali l'apprendimento capovolto (flipped learning), l’approccio collaborativo o project based oppure il problem solving basato su scenari, hanno richiesto cambiamenti nella configurazione dell'aula per consentire movimento e flessibilità. La tecnologia offre la libertà di decidere quando e dove imparare, essa motiva gli studenti a realizzare prodotti che dimostrano la comprensione individuale di quanto appreso.  Inoltre l'utilizzo della tecnologia ha permesso ai docenti di assegnare attività più mirate e fornire un feedback immediato e diretto per consentire agli studenti di imparare al loro ritmo.“In una classe in cui banchi e sedie sono disposti in modo tradizionale, non c'è personalizzazione dell'insegnamento perché a tutti gli studenti vengono dette le stesse cose e assegnate le stesse attività. Se cambiamo il layout della classe predisponendo ambienti in cui i discenti possono svolgere attività diverse, ognuno di essi potrà sentirsi a proprio agio e lavorare nella modalità più appropriata in base alle caratteristiche individuali”(Fernando Franco, DGE, Portogallo).

A livello globale, vi è un crescente interesse per i progetti che riguardano lo sviluppo e l'utilizzo di spazi di apprendimento. Sebbene tale tema non sia nuovo, esso viene adesso analizzato sotto una luce diversa anche a causa dei cambiamenti dovuti alla crescente diffusione e affidabilità delle tecnologie. Le discussioni sull'adattamento degli spazi di apprendimento devono sempre più spesso affrontare questioni relative alle mutate caratteristiche dello studente di oggi, che può utilizzare dispositivi digitali personali dentro e fuori l'aula, per accedere a risorse e creare prodotti che sono innovativi, professionali e facilmente condivisibili. Secondo riferimenti pedagogici normativi  gli spazi di apprendimento mirano alla sperimentazione meta-cognitiva dei saperi, all’acquisizione di competenze di problem-solving, alla capacità di ricerca-azione dell’alunno guidato dal docente. Un docente che deve essere il tutor, il mentore, la guida, il facilitatore dei processi cognitivi, comportamentali messi in atto nell’azione dell’apprendere. 

                         

In una società complessa, mediatica, digitale e tecnologica, si passa  dal modello tradizionale di lezione trasmissiva, frontale a quello “costruttivista”, cognitivista, che vede coinvolto attivamente lo studente, orientandolo al successo formativo, al miglioramento delle proprie performance e alla costruzione di proprie interpretazioni e significati personali che sviluppino significative mappe cognitive concettuali. Promuovere condizioni favorevoli all’apprendimento collaborativo, assicurando una nuova organizzazione didattica innovativa e di qualità è la sfida del nuovo millennio.Alla luce dei nuovi scenari normativi, delle innovative modalità di insegnamento, il Progetto ”AIDA”/Ambienti integrati di Apprendimento” (Buone prassi), tende a rinforzare l’idea che la possibilità di lavorare in gruppi, intraprendere progetti e collaborare con altre persone al di fuori della classe intesa tradizionalmente, permette agli studenti di costruire le proprie conoscenze in modo attivo e di utilizzarle - riutilizzarle in modo costruttivo e consapevole.

 Finalità del Progetto (a.s.2018/2019) è stata quella di ridisegnare gli spazi fisici del laboratorio di lettura-scrittura e dell’aula musicale-coreutica (dlgs 60/2017) della Scuola Secondaria di primo grado di Vernole (Lecce) al fine di garantire agli studenti fruitori personalizzazione dei percorsi, motivazione all’apprendimento e dunque successo formativo per tutti e ciascuno. Punto di forza dell’esperienza il coinvolgimento di tutti gli alunni della Scuola Secondaria di primo grado, in particolar modo degli alunni con BES per i quali sono state previste tutte le attività, alla luce di una  progettazione partecipativa , di un clima di inclusione e accoglienza della diversità, e di apertura al territorio. Sono stati ridisegnati gli spazi interni (Biblioteca, laboratorio musicale) per  creare luoghi in cui connettere, coinvolgere e stimolare (Future Classroom Lab - ( F. C. L. )  2012); gli alunni hanno sperimentato, collaborato, costruito ambienti integrati di apprendimento che incoraggiano a sviluppare competenze trasversali (soft skill), a favorire l'espressione individuale e l'apprendimento autogestito, a promuovere approcci di apprendimento personalizzati.

 

                      Murales della Biblioteca

Una forte convinzione ha guidato la realizzazione del Progetto (Responsabili Progetto Prof.sse Patruno Elisabetta e De Matteis Simonetta) cioè quella che  “Nessuno sforzo appare più importante per il futuro del genere umano di quello diretto al recupero di attitudini critiche, oggi così attenuate dalla tendenza a conformarsi allo stile di vita prevalente che inibisce le capacità individuali di pensiero latenti”(Rita Levi Montalcini).

Elisabetta Patruno, docente di Lettere presso l'Istituto Comprensivo di Vernole. Laureata in Lettere presso l'Università degli Studi di Bari. Formatore nel campo delle Nuove Metodologie didattiche, della Valutazione degli apprendimenti e delle Istituzioni scolastiche, nonché dell'Inclusione per gli alunni con DSA e con BES. Amante della lettura e anche della scrittura creativa ha prodotto con i propri alunni numerosi racconti. Responsabile della Scuola Secondaria di Vernole, punto di riferimento per l'Amministrazione comunale, contribuisce nel lavoro di ogni giorno a migliorare la scuola di tutti noi.

 

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