L'Università riparte tra ritorno in aula e nuove regole per aiutare gli studenti ad «abitare la distanza». Intervista. 

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L’attività delle Università italiane è ripartita, gli atenei si sono trovati ad organizzare il rientro in  sicurezza nelle aule dopo il periodo di lockdown causato da Covid-19; il buon senso negli spazi  comuni è necessario per garantire la didattica e la ricerca in presenza in questo periodo di  convivenza con l’epidemia. 

Il funzionamento degli Atenei si svilupperà attraverso una didattica «mista» con lezioni svolte sia  fisicamente che online, quest’ultima modalità permetterà di ridurre il numero degli studenti in  presenza in modo da salvaguardare il distanziamento di sicurezza imposto dalle norme sanitarie,  l’affollamento delle aule previsto dal ministero è al 50%. 

Il modello di didattica blended vede l’interfacciarsi di “uomo” e “macchina” verso una relazione  collaborativa attraverso l’elaborazione di nuovi approcci nei processi di apprendimento sfruttando  l’interazione reale–virtuale creando le condizioni per permettere agli studenti di «abitare la  distanza» tra reale e digitale, «tra» prossimità fisica e distanza digitale come sostiene Pier Aldo  Rovatti. 

Ogni Ateneo italiano si sta adeguando, l’Università del Salento ha dato il via all’Anno Accademico  2020-2021, come è stato descritto dallo stesso Rettore Fabio Pollice (https://www.facebook.com/137888539574338/videos/367194550964749),  con lezioni tenute per le  prime settimane solo in modalità in remoto (teledidattica) mentre dal 5 ottobre in modalità  “parallela” per cui larga parte dei corsi saranno tenuti in aula ma contestualmente trasmessi attraverso la piattaforma dedicata. E’ stata creata inoltre un'app specifica che consentirà la  prenotazione per garantire un dimensionamento dell'aula; per alcuni corsi sono state previste delle  attività di mentoring che coinvolgono gli studenti attraverso iniziative che vanno ad arricchire e  qualificare l'offerta formativa.  

Di seguito, a tal proposito, l’intervista rivolta alla Professoressa Elisa Rubino, Ricercatrice  Universitaria di Storia della filosofia medievale presso l’Università del Salento. 

Ci potrebbe raccontare di lei e della sua esperienza in Unisalento prima della pandemia?  

«L’Università è una grande comunità da vivere ogni giorno. Il confronto diretto tra colleghi, tra  studenti, e tra docenti e studenti è parte imprescindibile del mondo universitario. Studiare, seguire le  lezioni, costruire insieme alle altre persone spazi di riflessione e momenti di crescita collettiva è  stato anche per me, da studentessa, un percorso di formazione importante.

Da docente continuo a credere che l’interazione tra docenti e studenti sia fondamentale. A rendere uniche le lezioni sono, infatti, le discussioni che ne derivano. Una lezione di filosofia da cui non  nasca una discussione sarebbe, per me, segno di una lezione poco riuscita. Mentre una lunga  discussione, che si protrae persino oltre l’orario di lezione stabilito, e che vede tutti i presenti  coinvolti e interessati a confrontarsi, è certamente una esperienza ogni volta emozionante. 

Per fare un esempio, l’idea del ciclo di seminari che ho affiancato al mio corso di insegnamento di  quest’anno è nata proprio dal confronto con una studentessa». 

Quale novità ha pensato per lo svolgimento delle sue lezioni per il primo semestre di questo  nuovo e strano anno accademico? 

«Le mie lezioni sono incominciate il 21 settembre online e, per ragioni organizzative, così  continueranno fino alla fine del semestre. Tuttavia, proprio per offrire ulteriori momenti di  approfondimento didattico legati al mio corso di insegnamento, Storia del pensiero politico antico e  medievale, ho organizzato per questo semestre, in collaborazione con la prof.ssa Anna Rita  Gabellone di Storia delle dottrine politiche, il ciclo di seminari a cui facevo riferimento  precedentemente, dal titolo “Potere e cultura. La città ideale da Platone ad oggi”. Approfittando  delle opportunità offerte dal digitale, ho invitato numerosi colleghi ricercatori italiani e stranieri,  anche appartenenti ad ambiti differenti dalla storia della filosofia medievale, a tenere delle lezioni  per i nostri studenti. Alcuni incontri saranno sia in presenza che in streaming. Ho pensato che le  loro analisi, condotte dalle rispettive prospettive, consentiranno di affrontare il tema da un punto di  vista interdisciplinare, con uno sguardo rivolto anche al mondo attuale e ai diversi metodi di ricerca. Il ciclo di seminari è patrocinato dai Corsi di Laurea in Filosofia, Scienze filosofiche e Scienze  politiche e delle relazioni internazionali, e dal CETEFIL, Centro di ricerca per l’edizione di testi  filosofici medievali e rinascimentali (https://cetefil.wordpress.com/informazioni/), di cui faccio  parte, fondato dal prof. Loris Sturlese e oggi diretto dalla prof.ssa Alessandra Beccarisi. L’iniziativa  è realizzata in collaborazione con il “Centro Studi Medievali dell’Università del Salento”. 

Tutto questo è stato possibile perché l’Università del Salento ha affrontato sin da subito  l’emergenza Covid-19. A pochi giorni dall’inizio del lockdown eravamo già in grado di garantire  esami di profitto e tesi di Laurea su piattaforma Microsoft Teams, grazie all’ottimo lavoro della  macchina organizzativa prontamente messa in piedi dal Rettore, prof. Fabio Pollice, e dai suoi  Delegati, e al grande impegno di tutti, docenti e personale amministrativo. 

Dal 5 ottobre, comunque, molti docenti torneranno a fare lezione in presenza, mantenendo 

parallelamente la trasmissione in streaming». 

Ha cercato di sfruttare per la sua materia questo momento di difficoltà per sperimentare  nuove forme di interazione tra docenti e studenti?  

«Tornare alla normalità è di certo il desiderio di tutti. Tuttavia in un momento eccezionale occorre  utilizzare gli strumenti a nostra disposizione, per garantire una didattica di qualità. La piattaforma  che utilizziamo in Unisalento offre diverse possibilità come, per esempio, quella di costruire gruppi  di studio in cui tutti gli studenti e le studentesse possano: confrontarsi; collaborare alla costruzione  delle attività seminariali, che nel mio corso sono parte fondamentale della didattica; creare momenti  di brainstorming che vengono poi trasformati in schede tematiche a disposizione di tutti; lavorare  contestualmente con il docente alla redazione di testi scritti.  

Come ho già detto, nelle mie lezioni cerco di sollecitare sempre una discussione, in cui gli studenti  – partendo dalla lettura di un testo filosofico, in traduzione italiana ma con testo originale a fronte – provino ad argomentare le loro posizioni pro o contro una data tesi (un metodo che caratterizzava  per altro le Università medievali). Leggere e comprendere un testo filosofico, per quanto in  traduzione, non è semplice. Occorre acquisire un linguaggio tecnico per poter pian piano entrare nel  testo originale (in lingua greca o latina, o magari araba, ebraica) e verificarne una certa  interpretazione. Con gli strumenti tecnologici disponibili diventa tutto molto più semplice e  puntuale. 

Credo comunque che, al di là degli strumenti utilizzati, alla base di una didattica di qualità ci sia l’empatia con i propri studenti, nella consapevolezza che non sempre il percorso di apprendimento  può essere semplice. La filosofia, come ogni altra disciplina, è complessità, ed il rigore nello  studiare, nell’insegnare e nel fare ricerca deve sempre essere salvaguardato. Non si può perciò  banalizzare. Sono convinta però che gli studenti, se opportunamente guidati, siano in grado di  raccogliere la sfida. In questa prospettiva le nuove tecnologie possono essere utili strumenti per  migliorare, certo non per sostituire, le lezioni in presenza». 

Concludendo l’intera società italiana è ripartita post lockdown dimostrando resilienza, in questo  periodo di convivenza con il virus Covid-19 la Scuola e l’Università continuano ad essere guida per  gli studenti educando al rispetto delle regole, aiutando ad «abitare la distanza». 

Ferramosca Mavi: Docente di scuola primaria dal 2001. Laureata in Filosofia V.O. presso  l’Università degli Studi di Lecce e DEC-Dirigenza e Coordinamento dei Servizi Scolastici,  Formativi e Sanitari- presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma. Specializzata nel  Sostegno Didattico presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Conseguito  Corsi di Perfezionamento e Master Post Laurea. Membro dello staff direttivo del proprio istituto.

 

 

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