L’ANNO CHE VERRA’

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Il primo settembre del 2020 sarà la ricorrenza del ventesimo anno dall’esordio dell’autonomia delle Istituzioni scolastiche prevista dalla legge 59 del 97 e poi realizzata ai sensi del DPR 275 del 99, che hanno rilanciato il protagonismo dei collegi docenti, le responsabilità dei dirigenti scolastici nell’intraprendere percorsi didattici e strategie innovative adeguate ai contesti, alle comunità di appartenenza e, soprattutto, alle nuove generazioni dei “nativi digitali”.

L’anno scolastico che verrà proprio in questi giorni stiamo cercando di riconfigurarlo in funzione dell’emergenza covid 19 che obbliga tutti, non solo noi operatori della scuola, lasciati spesso soli e abbandonati per una errata interpretazione dell’autonomia, ma anche i decisori politici, i pedagogisti, gli esperti, gli amministratori locali a sentirsi responsabili di un nuovo progetto politico per la scuola.Le linee guida per la ripresa delle attività didattiche, che sono uscite in questa settimana, obbligheranno tutti a lavorare per le tante esigenze di carattere sanitario -igienico, pedagogico-didattico. Sarà quindi un anno scolastico diverso, nuovo, e necessariamente proiettato a ridefinire i parametri di una scuola di qualità, che avrà bisogno di un “new deal” di investimenti finanziari, economici e culturali. Il contrario di quanto si è verificato in questi ultimi anni quando si è cercato di ridurre gli investimenti nel sistema istruzione. Molte sono le idee in circolazione e naturalmente in questo brainstorming creativo vinceranno le idee più realistiche, più utili e più fattibili.

Sarà necessario da settembre ripensare gli spazi e gli ambienti educativi. Bisogna recuperare, in primis, tutto il patrimonio di edifici scolastici abbandonati in questo decennio per il decremento demografico e riassegnarlo alle scuole per garantire la formazione di classi con numeri ridotti (la pedagogia ne consiglia da sempre 15) per garantire non solo le condizioni di sicurezza, ma soprattutto la possibilità di creare progetti didattici personalizzati, come richiesto da tutti i documenti pedagogici e ministeriali che orientano il “fare scuola”. Sarà necessario ampliare, nella logica dell’organico dell’autonomia, introdotto dalla Legge 107 del 2015, le risorse umane e professionali non solo dei docenti, ma anche di altre figure professionali utili ad un progetto educativo: dagli assistenti amministrativi, ai collaboratori scolastici, dagli animatori digitali, agli psicologi e ai pedagogisti che affianchino e collaborino con i docenti e le famiglie per un progetto didattico di qualità. Dobbiamo recuperare le migliori idee pedagogiche e farne tesoro: si pensa di utilizzare spazi complementari per le attività didattiche: spazi esterni, parchi, teatri, cinema, castelli, facendo tornare in auge “l’aula didattica decentrata” del pedagogista F. Frabboni che invitava la scuola a recuperare spazi pedagogici fuori dalle mura scolastiche.

Torna nel brainstorming di questi giorni l’idea delle “classi aperte”, introdotte dalla Legge 517 del 77 dall’allora Ministra Falcucci, e che, anche se confermata e riproposta dalla legge sull’autonomia e dalla legge 107 del 2015, viene poco utilizzata per incapacità di gestire le risorse dell’organico dell’autonomia o per la mancanza di spazi. Tornerà utile, inoltre, la capacità organizzativa del Dirigente scolastico che con la legge 107 ha la facoltà di ridurre il numero degli alunni per classe utilizzando al meglio le risorse messe in campo dall’organico dell’autonomia molto spesso sottoutilizzato o male utilizzato solo per la sostituzione dei colleghi assenti. Sarebbe opportuno ritornare al parametro dei 500 alunni necessari per poter disporre della titolarità del Dirigente Scolastico e del Direttore S.G.A. per un più efficace management.

Potremo e dovremo utilizzare nella nostra didattica le tecnologie dell’apprendimento e dell’informazione di cui ci siamo avvalsi in questo periodo di quarantena allungata. Siamo stati eccezionali nell’affrontare l’emergenza e bisognerà farne tesoro per arricchire la nostra professione delle nuove tecnologie che ci hanno dato un supporto necessario per mantenere il feeling educativo. Dovremo tutti credere ed investire nella formazione, come suggerito dall’Unesco che ritiene che “il denaro speso meglio sarà proprio quello impiegato per formare insegnanti competenti per il miglior uso didattico delle nuove tecnologie e motivati non solo a istruire ma anche ad “educare a vivere con gli altri”.  L’anno scolastico che verrà dipenderà molto dalle nostre decisioni, dalla nostra deontologia, dalla nostra passione professionale e dalla nostra flessibilità e creatività professionale.   Niente sarà più come prima e avremo al nostro fianco i genitori che saranno i nostri alleati, ma anche i nostri controllori.

Ci sarà, quindi, una grande novità: NON SAREMO SOLI!!!!

Luigi Martano Laurea in Pedagogia- Abilitazione Insegnamento Materie Letterarie Scuole Superiori 2° grado Dirigente scolastico per 28 anni nelle scuole del primo e secondo ciclo. Giudice Onorario Tribunale per i Minori presso Corte di Appello di Taranto - Ha svolto numerosi incarichi ispettivi per la verifica dei requisiti delle scuole paritarie- Componente Nuclei di Valutazione dei Dirigenti Scolastici della Puglia Coordinatore Interregionale della Rete “Local Lingue Infanzia” per la sperimentazione della metodologia CLIL con le Lingue di Minoranza ( Griko- Furlan-Occitano- Ladino- Areberesh- Croato) Collaboratore fisso della Rivista Gulliver 3-6 per la scuola dell’Infanzia Amministratore M.A.GI.C EDUCATION TRAINING Autore “Leadership per l’apprendimento”- ( 2017) corso online per la preparazione al concorso per Dirigenti scolastici  Autore “Il Dirigente Scolastico-Authority territoriale del successo scolastico” Autore “Una pedalata verso il successo” per la preparazione ai concorsi docenti e dirigenti Autore “ I care …per una scuola inclusiva” per la preparazione ai concorsi docenti e dirigenti

 

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