Emergenza mondiale e didattica a distanza. Buone pratiche per rintracciare ogni opportunità nella comune difficoltà.

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Oggi stiamo vivendo un periodo storico di forte emergenza mondiale, il nuovo Coronavirus “COVID-19” ha provocato una nuova malattia che si sta propagando velocemente e prepotentemente provocando morti ed ammalati mondialmente.

Il Ministero della Salute, le Regioni, il Ministero dell’Università e Ricerca, il Ministero dell’Istruzione stanno monitorando la situazione in Italia. La scuola odierna, fisicamente pervasa da un silenzio innaturale, gestisce l’emergenza coronavirus attraverso la nota con la sintesi delle misure e le indicazioni operative disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione  da venerdì 6 marzo 2020. La circolare illustra le disposizioni del governo e fornisce chiarimenti per dirigenti e personale scolastico che dimostra una capacità di reagire all’emergenza. La nota orienta le istituzioni scolastiche sul comportamento da seguire rispetto alle attività di apprendimento a distanza. Lo stesso ministero dell’Istruzione, attraverso la Nota n. 279 dell’8 marzo 2020, ha previsto “che la normativa vigente (Dpr 122/2009, D.lgs 62/2017), al di là dei momenti formalizzati relativi agli scrutini e agli esami di Stato, lascia la dimensione docimologica ai docenti, senza istruire particolari protocolli che sono più fonte di tradizione che normativa”.Ed ecco insegnanti volenterosi quotidianamente impegnati a programmare e realizzare didattica a distanza cercando modalità soddisfacenti e provando a non interrompere il dialogo con alunni e famiglie verso un obiettivo comune quello di  non far perdere agli studenti l’allenamento allo studio e al lavoro quotidiano per evitare di perdere le conquiste cognitive e didattiche raggiunte. Convinti, come sostiene Alessandro Barbero, che «se il docente è bravo, gli studenti lo seguiranno anche attraverso uno schermo».

Verità è che non tutto il corpo docente della scuola italiana era “pronto” a sperimentare questa nuova metodologia di insegnamento, tante sono state le difficoltà inizialmente incontrate che hanno avviato percorsi validi che non mettessero gli alunni e le famiglie di fronte ad ambienti di lavoro non consolidati. Inizialmente, in diverse scuole, si è utilizzato come primo strumento di condivisione a distanza il Registro Elettronico in quanto già esplorato e controllabile da parte dei genitori. Pertanto, i docenti hanno provveduto a caricare nell’area “documenti” della “bacheca”, cliccando la modalità di “visibilità per le famiglie”, tutti i files, le indicazioni didattiche, i links ai siti sicuri ed ogni materiale utile allo svolgimento da parte degli studenti di attività di consolidamento e potenziamento degli apprendimenti su contenuti e competenze programmati. Particolare riguardo è stato prestato alla personalizzazione delle attività didattiche rivolte ai bambini con bisogni educativi speciali. A tal proposito Dario Ianes suggerisce cinque strategie per fare in modo che anche gli alunni con disabilità partecipino alla scuola “digitale”; in primis la presenza di assistenti a domicilio, poi la possibilità di creare piccoli nuclei di studio ed un ponte con le famiglie attraverso la visita a casa degli alunni disabili da parte del docente, in ultimo la possibilità di utilizzare materiale personalizzato e feedback continui con gli studenti. 

Tante le “Buone pratiche” nelle scuole create per far prendere parte agli alunni diversamente abili alla “scuola a distanza”, interessantissime sono risultate essere piccole classi virtuali con Edmodo create tra docente-allievo per garantire condivisione di materiali didattici e continuità relazionale; ovvero creazione, del docente di sostegno, di un vero e proprio sito web che permettesse all’alunno a casa affiancato dall’adulto di fruire di materiali didattici personalizzati. Importanti per l’alunno disabile sono risultate essere videochiamate quotidiane per non “rompere” il legame costruito tra alunno ed insegnante; in ultimo messaggi vocali di saluto o con registrazione audio-lezione per far ascoltare la voce del maestro. Viva è stata la collaborazione professionale tra insegnanti condividendo competenze per preservare, sebbene a distanza, il rapporto tra docente e famiglie e tra insegnanti ed allievi. In tal senso il team digitale presente in ogni istituzione scolastica “animato” dall’animatore digitale ha predisposto materiali e strumenti utili per rendere la didattica più multimediale condividendo link, applicazioni, programmi utili e tutorial esplicativi nell’intento comune di fare rete per crescere insieme condividendo.

Per favorire lo scambio e la collaborazione si è provveduto a creare “classi virtuali” tra docenti dello stesso istituto, che sono diventate l’ambiente virtuale nel quale far confluire proposte, indicazioni, misure condivise, materiali utili al lavoro di tutti. La Piattaforma Edmodo assieme a videoconferenze e meeting hanno consentito il proseguimento delle attività funzionali all’insegnamento, senza muoversi da casa, hanno permesso la circolarità delle informazioni in una scuola “a distanza”. Il virtuale ha permesso di recuperare il reale che deficitava.Una buona didattica a distanza, in un periodo di “emergenza mondiale” che utilizza tutti gli strumenti che la piattaforma mette a disposizione, motiva gli allievi all'apprendimento, molto meglio di un “cattivo insegnamento in presenza” che magari non tiene presente del funzionamento della curva dell'attenzione, ovvero non decodifica i feedback informali e formali degli allievi per calibrare il suo insegnare. Oggi siamo soddisfatti del fatto che  neanche un virus mondiale sia riuscito a fermare l’inesorabile sguardo di Insegnanti e Dirigenti Scolastici che dimostrano quotidianamente attenzione mettendosi in gioco e garantendo la presenza costante ogni giorno attraverso gli strumenti digitali a diposizione. La distanza fisica è risultata essere per tutti nuova opportunità di avvicinamento attraverso la comunicazione costruttiva verso la continuità educativa perché la scuola non si ferma.

La scuola “incoronata” educa istruendo, valorizza la centralità della persona nella sua unicità e originalità, non riduce il percorso alla semplice acquisizione di conoscenze, ma dà valore e significato alle competenze raggiunte attraverso le esperienze e la rete di relazioni che legano la persona alla famiglia. Valorizza l’educazione inclusiva, garantendo un ambiente collaborativo ed egualitario in cui ognuno partecipa pienamente e attivamente ai processi formativi resi virtuali. Sicuramente questo periodo emergenziale mondiale lascerà un nuovo profilo professionale del docente non più semplice "erogatore" di informazioni bensì in grado di educare ciascun allievo ad "imparare ad imparare" e ad "imparare ad essere”  demolendo molte caratteristiche della didattica tradizionale “trasmissiva”; privilegiando i processi di apprendimento collaborativo ed autonomo degli allievi sfruttando al meglio le nuove tecnologie. 

Ferramosca Mavi: Docente di scuola primaria dal 2001. Laureata in Filosofia V.O.  presso l’Università degli Studi di Lecce e DEC-Dirigenza e Coordinamento dei Servizi Scolastici, Formativi e Sanitari- presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma. Specializzata nel Sostegno Didattico presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Conseguito Corsi di Perfezionamento e Master Post Laurea. Membro dello staff direttivo del proprio istituto.

 

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