LA VALUTAZIONE SECONDO IL PENSIERO FEUERSTEIN

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In premessa mi occorre fare una precisazione: nel corso dei miei lunghi anni a Scuola non mi sento più una insegnante, specialmente da che sono una mediatrice Feuerstein. 

 

Da circa un ventennio la mia formazione ha abbandonato lo stile cui primariamente ero stata formata per studiare: apprendere per poi “docere”, sia in qualità di docente di lingue straniere, che successivamente, di docente di sostegno specializzata accanto a persone con bisogni speciali.

Nella scuola che conosciamo siamo abituati ad attribuire una valutazione alla performance in output di ciascun discente, perché così, a nostra volta e a suo tempo eravamo stati valutati ed eventualmente osservati (semmai!). La formazione per superare i concorsi era stata improntata egualmente! Così avanti nella storia dell’insegnamento e della formazione alla professione. 

Ciò che avevo trovato di diverso negli anni dell’esercizio della professione era stato qualche sporadico cambiamento nel metro: da numerico, poteva essere commentato dal giudizio espresso di volta in volta in un’unica parola (ad esempio: sufficiente, discreto, buono, distinto e ottimo) , oppure da frasi più o meno arzigogolate e chiare….Molte volte mi sono scontrata col bisogno dei miei studenti di ricevere chiarimenti e di darne conto ai genitori. Perché un 4 vale 4? Perché un 10 vale 10? Perché due studenti con prestazioni diverse prendono voti uguali? Perché due studenti con le stesse prestazioni prendono voti differenti? 

Quanti salti sui rovi!! 

Ho sempre sofferto al pensiero di dover valutare persone le cui performance si manifestano in modo differente, a causa di diverse provenienze linguistiche, diverse condizioni socio- culturali, diverse motivazioni ad apprendere, diverse possibilità economico-finanziarie nell’approccio alla cultura in genere, diverse condizioni affettive e familiari, diverso orientamento verso il futuro. Ogni volta mi pareva di violarne la dignità. E allora quanta delicatezza occorreva! Ne ero sempre all’altezza? 

La riposta al mio disagio arrivò dalla rivoluzionaria visione del Pensiero Feuerstein e le mie corde si rasserenarono! 

Il pensiero Feuerstein parte dall’assunto della modificabilità dell’Intelligenza, non essendo essa un concetto statico, valutabile per livelli metrici e standardizzati. 

Rav Reuven Feuerstein ci ha lasciato in eredità il suo Metodo con i suoi Strumenti. 

Esso propone un approccio innovativo alla valutazione dell’educabilità di un soggetto che rivoluziona molti presupposti della teoria della valutazione statica convenzionale. 

I test di intelligenza convenzionali misurano le conquiste intellettive presenti nel momento della valutazione, attraverso norme di riferimento.

Tale pratica convenzionale è radicata nel presupposto che l’intelligenza sia una facoltà che si sviluppa senza subire influenze importanti da parte dell’esperienza, della cultura, dell’ambiente e dell’aspetto affettivo-emotivo del soggetto. Alla luce degli insegnamenti ricevuti direttamente dal suo docente Piaget e dall’incontro col pensiero di Vygotskij, la grande novità che dai suoi maestri lo distanziò e ne fa oggi più che mai un rivoluzionario delle scienze cognitive, fu la creazione della Batteria per la Valutazione Dinamica della Propensione all’Apprendimento (LPAD) che si basa, invece, sulla considerazione che l’intelligenza sia modificabile ad ogni età e ad ogni livello di funzionamento cognitivo. Tutti possono imparare di più e meglio. Imparare ad imparare.

La valutazione psicometrica statica pone il focus sulle tappe e il progresso dello sviluppo mentale, confrontando con i dati normativi, misurando il livello di performance, presente autonomamente nel soggetto in un momento ben preciso e lo classifica attraverso il paragone con quella che viene definita “normalità”. La valutazione dinamica della propensione all’apprendimento pone il focus sul carattere e la natura dei processi mentali, misurando la propensione all’apprendimento del soggetto determinando un indice di modificabilità attraverso il confronto con la propria performance iniziale. Il livello manifesto della prima performance viene confrontato con il livello che il soggetto stesso è in grado di raggiungere dopo un processo di mediazione da parte dell’esaminatore /mediatore. 

Nel processo di mediazione (quello che per brevità e comunemente chiamiamo insegnamento- in realtà è un processo assai più sottile di trasmissione di messaggi) il soggetto riceve l’insegnamento che gli serve per affrontare efficacemente il compito secondo i principi cognitivi rilevanti.

In questo modo il mediatore assume il ruolo di colui che interviene, commenta, chiede e dà spiegazioni tutte le volte che è necessario, sintetizza l’esperienza e anticipa le difficoltà, aiutando il soggetto a riflettere non solo sul compito, ma soprattutto sulle modalità  e le strategie di pensiero e di metacognizione che  mette in atto per arrivare al raggiungimento di un obiettivo. Il risultato della valutazione dinamica è indice del livello di modificabilità del soggetto, vale a dire della capacità di apprendere una strategia e trasformarla in un linguaggio che la renda utilizzabile ovunque, in qualsiasi situazione. Così facendo, l’esaminatore indaga non i contenuti posseduti dall’individuo/persona, ma i processi mentali che costituiscono le strategie operative afferenti agli atti fondamentali del pensiero, di come la mente processa la realtà nella prima fase detta di ingresso (input), in cui il soggetto raccoglie le informazioni; nella fase centrale di elaborazione, in cui il soggetto elabora, seleziona, confronta i dati; nella fase finale (output) in cui il soggetto esplicita la risposta.
Indagare il funzionamento cognitivo della persona e nello specifico dello studente permette al Mediatore di lavorare direttamente sulle funzioni cognitive carenti, per ristrutturare il pensiero e provocare una modificazione strutturale del funzionamento cognitivo, a qualsiasi età e in qualsiasi fase dello sviluppo. 

Ecco che essere Mediatore Feuerstein non è più solo essere un insegnante: è uno stile di vita. Abbandonando il giudizio e la valutazione standard, si accettano le sfide ogni giorno, sia in cattedra, che fuori, sia nello studio, che nel lavoro, che nella vita privata. Il cambiamento è possibile in nome della modificabilità e del potenziamento che Feuerstein chiamava ENHANCEMENT COGNITIVO.

Ciò comporta la rivoluzione dell’errore, come nuova staffetta da consegnare al superamento delle difficoltà, in nome di nuove strategie e modifiche di pensiero. Niente più frustrazione: il superamento di ogni errore diventa grande punto di riferimento e partenza per nuovi input, elaborazione e output. Allora sì che la garanzia di successo e la motivazione ad apprendere acquistano altro sapore…. Questa è la scuola in cui lavoro felice.

Mandela diceva:”Nella vita non si perde: o si vince o si impara” una bel terreno sostanzioso per lottare e valutare o farsi valutare o autovalutarsi. 

Maria Sasso nata e cresciuta in Puglia, adottata per la vita in Friuli. Laureata con lode e proposta di pubblicazione della tesi in lingue e letterature straniere.   Ho svolto attività come traduttrice e interprete nel settore privato prima di entrare nella Scuola Statale.  Abilitata all'insegnamento di inglese e di tedesco  nella Scuola Secondaria di primo e di secondo grado. Ho conseguito il diploma di specializzazione biennale polivalente per il sostegno. Sono mediatrice del Metodo Feuerstein. Insegno nella scuola pubblica da 34 anni. Sono di ruolo dal "92.  Sono stata tutor di docenti di lingua durante il loro anno di prova. Referente di tutte le attività didattiche della lingua inglese per il gruppo docenti di lingue. Referente di tutte le attività e i progetti legati al Metodo Feuerstein. Ho al mio attivo una esperienza di Erasmus KA + a Helsinki .  Attualmente per scelta ho chiesto il passaggio su posto di sostegno e sono molto felice di aver concretizzato (pur sbattendo contro i mulini a vento) progetti di inclusione a 360°.  Sono donatrice di voce per l'associazione Polaris- Amici del Libro Parlato.

 

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