LO SCREENING PEDAGOGICO -DIDATTICO, BUONA PRATICA PER LA VALUTAZIONE 

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La normativa dà ai docenti competenza per individuare le varie tipologie di Bisogni Educativi Speciali sulla base di elementi oggettivi (come ad esempio una segnalazione degli operatori dei servizi sociali),

ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche (CM n. 8 del 6 marzo 2013, p. 3) e responsabilità; infatti “Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso”(CM n. 8 del 6 marzo 2013, p. 2).                                          

E’ evidente la necessità di valutare in entrata al fine di evitare insuccessi scolastici con interventi fondati su “considerazioni pedagogiche e didattiche”, che oltre a valutare le difficoltà legate alla didattica, ai comportamenti a rischio, fisiologici nel periodo adolescenziale e della preadolescenza, 

ha lo scopo di dare, attraverso un approccio specifico, risposte concrete.

Lo screening pedagogico-didattico è una buona pratica per fotografare i bisogni educativi e/o BES, attraverso “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”. E’ uno strumento utile a prevenire, far emergere e valutare eventuali difficoltà di apprendimento, di relazione, di

comportamento. È una risposta costruttiva al processo inclusivo per evitare i fenomeni diffusi di dropping-out.

E’ una pratica che sostituisce la tradizionale analisi della situazione di partenza con percorsi educativi più sistematizzati e un opportuno orientamento metodologico-didattico, strategie adeguate ed efficaci allo sviluppo metacognitivo, per costruire abilità e competenze atte a progettare il successo scolastico di ciascun alunno, al fine di valutare il potenziale formativo, che deve prendere in considerazione sia le capacità del soggetto (bisogni, interessi, attitudini, stili cognitivi, linguaggi), sia i livelli di stimolazione esterna (cultura del contesto complessivo, livelli di equilibrio affettivo dell’ambiente di vita).

E’ un impegno corale del Consiglio di classe verso la stessa direzione: evitare il cadere fuori (dropping out) dal nostro sistema scolastico e formativo. Lo screening pedagogico-didattico può essere inserito anche nel Piano di miglioramento della scuola con lo scopo di una valutazione trasversale, oggettiva, e senza voti, condivisa dal Collegio dei docenti.

E’ di facile approccio per il docente e molto gradita dagli alunni, composta da una serie di prove che vanno dallo  stile di apprendimento, al memoria test, a prove di letto-scrittura, calcolo, fino alla coordinazione motoria e coinvolge tutti i docenti del gruppo classe, con tecniche e contenuti vicini alla realtà.

L’ambiente nel quale si svolge lo screening pedagogico-didattico assume le caratteristiche di un laboratorio ludico nel quale si lavora al fine di valutare la qualità delle abilità e delle competenze progressivamente affrontate, con l’obiettivo di riuscire a orientare il preadolescente e l’adolescente verso il  rischio  con finalità positive e quindi al valore della propria vita, della salute e alla necessità di salvaguardarle.

L’obiettivo è quello di valutare per sollecitare alcune abilità e competenze di base, come la prontezza nelle reazioni e nell'apprendimento, la capacità di adattare l'esperienza passata alla situazione attuale, cogliere l'essenza in una situazione complessa, risolvere problemi nuovi …

La guida didattica con descrittori, esempi pratici, schede e suggerimenti ha per titolo “ Lo screening pedagogico-didattico per fotografare i bisogni educativi e/o BES, attraverso «ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche», nel volume “Prevenire, valutare e contrastare bullismo e cyberbullismo”, Ricerche e buone pratiche, Giorgina Di Ioia (a cura di), Erickson live, 2020. 

Giorgina Di Ioia, Pedagogista clinico, già Giudice onorario minorile presso la Corte d’Appello del Tribunale di Campobasso, già formatore  in qualità di docente supervisore SSIS e tutor coordinatore TFA per le abilitazioni dei docenti della scuola secondaria di secondo grado (presso L’Università del Molise), per i neoassunti in ruolo e corsi in varie scuole. Docente presso il Liceo Artistico “G. Manzù” - I.I.S “M. Pagano” CB - (Liceo Classico, Artistico e Scientifico). Specialista certificata presso INDEX-IPR International Professional Registers dell’Istituto Itard. Autrice di numerosi articoli, ha collaborato dal 2003 al 2011, al “Giornale di Pedagogia”, edizioni junior; dal 2016 e ancora oggi alla redazione nazionale del “ Diogene’s Journal”, Periodico Scientifico-Professionale on-line dell’Istituto Itard; dal 2019 collabora al Network di Professionisti per Soluzioni Integrate, “ConsulenzeIntegrate2.0”(https://consulenzeintegrate.wordpress.com). Ha pubblicato ”Il caso del bullo con disturbi di apprendimento”, nel volume “Il Pedagogista. Ambiti professionali e competenze”, a cura di Marco Paolo Dellabianca, edizioni junior, 2009; Il giudice onorario minorile: ruolo, funzioni, processi”, nel volume “Pedagogia giuridica”, edizioni junior, 2010, a cura di Piero Crispiani. Ha collaborato al volume “Reti contro la dispersione scolastica”, I cantieri del possibile, a cura di Marco Rossi Doria e Silvia Tabarelli, Erickson, 2016  E’ autrice per Erickson del lavoro “Prevenzione e valutazione Pedagogica del Bullismo”, Erickson live, 2011.

 

  

 

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