Costruiamo la scuola del futuro

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 La scuola del futuro riparte dal territorio e dai soggetti impegnati nello sviluppo della Comunità.  Intervista a Maura Sandri, astrofisica.

 Maura, ci racconti del tuo lavoro all’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e in che modo affiancate la scuola nel ruolo educativo?

L’INAF è l’Ente italiano che si occupa di ricerca nei settori dell’astrofisica e dell’astronomia. Personalmente ho lavorato alla progettazione e allo sviluppo delle antenne a microonde a bordo del satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea. Da qualche anno Planck è andato in pensione e ho più tempo da dedicare alla didattica e alla divulgazione che rientra nella cosidetta “terza missione” di INAF. 

Durante la pandemia, all’interno della nostra organizzazione ho creato un gruppo di lavoro dedicato allo sviluppo di risorse di coding e robotica educativa. Ricercatori e tecnologi di tutta Italia si sono uniti per aiutarmi a creare e raccogliere nella piattaforma PLAY di didattica innovativa dell’INAF materiali per docenti, studenti e famiglie, utili a sviluppare il pensiero computazionale e le abilità di programmazione. Siamo al fianco degli insegnanti, disponibili a portare alla comunità scolastica la nostra esperienza e la passione per il nostro lavoro.

Qual è stata la scintilla che ti ha fatto decidere di impegnarti in questa “missione”?

Nel 2015 vidi per caso la presentazione del progetto "Programma il Futuro" nella quale veniva illustrato il concetto di pensiero computazionale, tramite un video che conoscevo benissimo, tratto dal film Apollo 13: la scena in cui ricercatori e ingegneri si ritrovano intorno a un tavolo e devono inventare un modo per mettere un piolo quadrato in un buco rotondo per far funzionare il filtraggio dell’aria. All’epoca non sapevo nemmeno cosa fosse il pensiero computazionale… o meglio, lo usavo quotidianamente ma non sapevo che questa abilità avesse un nome e che il MIUR avesse stabilito che svilupparlo nei più piccoli, tramite il coding, rientrasse nelle priorità educative. 

In Italia abbiamo insegnanti bravissimi in materie scientifiche e umanistiche, ma per insegnare a programmare temo occorra un minimo di esperienza, che richiede tempo. Fu allora che decisi di dare il mio contributo alla comunità scolastica, unendo la didattica dell’astronomia a quella della programmazione.

Cosa offri concretamente alle scuole? 

Faccio corsi di formazione gratuiti sul coding con Scratch ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado e li affianco durante i laboratori. Abbiamo creato progetti che uniscono, in maniera trasversale, varie discipline (matematica, storia, lingue straniere, arte, geografia e scienze) per insegnare le basi della programmazione in modo coinvolgente e divertente. Utilizziamo l’elettronica di Arduino con la programmazione, la robotica educativa, il tinkering e making per costruire piccoli strumenti in grado di fare osservazioni scientifiche. 

Il feedback che ricevo è sempre entusiasmante. Gli insegnanti scoprono tanti modi diversi in cui si può affrontare la loro materia con il coding attraverso giochi, quiz e storie animate. I bambini imparano con una facilità sorprendente e si entusiasmano già dalle prime lezioni nel vedere quanto sia facile mettere in pratica le loro idee e dare forma alla creatività. Sono disposti a mettersi in gioco, provano e riprovano, affrontano i problemi in modo collaborativo, con lo stesso approccio evidente anche nello spezzone del video dell’Apollo 13: lavorano in gruppo, discutendo varie idee e concentrandosi sulle proposte che sembrano più promettenti. Nel caso in cui non funzionino come sperato, ne provano altre ed imparano a non arrendersi.

Ci racconti un’esperienza significativa?

Durante un PON sull’inclusione sociale e la lotta al disagio, ho organizzato un summer camp basato su un digital storytelling con Scratch. Ho avuto subito la sensazione che quando si unisce l’esplorazione spaziale alla programmazione diventa tutto più facile: il fascino dello spazio e la bacchetta magica del coding riescono a catturare l’attenzione e l’interesse di tutti.

In quel contesto, ho proposto di sviluppare una storia sull’esplorazione del pianeta Marte, in modo da ottenere un racconto aperto da sviluppare con Scratch. Nelle avventure sul Pianeta rosso, abbiamo raccontato le ultime novità relative all’esplorazione dello spazio e agli innumerevoli robottini che hanno esplorato e stanno esplorando Marte. E’ stata un’esperienza molto bella, estremamente coinvolgente e inclusiva, che ha contribuito a sviluppare il teamworking, l’attitudine al problem solving e le competenze digitali.

Quali sono i progetti per il futuro?

Durante la prossima primavera, sperando che la pandemia lo permetta, alcune scuole primarie della città metropolitana di Bologna parteciperanno ad attività su diversi temi della cultura scientifica e tecnica e sull'Agenda 2030, tra i quali esplorazione spaziale e coding, che ho proposto personalmente. Il progetto, che ha le sue radici nella collaborazione tra Città metropolitana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, INAF e Associazione Donne e Scienza, per il Festival della Cultura tecnica, è reso possibile grazie al Protocollo di Intesa su ricerca, educazione e territorio, sottoscritto dalla Città metropolitana di Bologna con l’Area Territoriale di Ricerca di Bologna e con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bologna (Ufficio V, USR E-R).

Recentemente è nata una collaborazione con il Prof. Alessandro Bogliolo e l’Università di Urbino...

Nel 2018 ho conosciuto Alessandro Bogliolo e ho scoperto le sue risorse, dal coding unplugged alla realtà aumentata. Non appena ho provato la Code Hunting Game, ho realizzato che poteva essere rifatta in chiave astrofisica. Il senso della ricerca e dell’esplorazione è insito in ognuno di noi e la caccia al tesoro è un classico esempio di gioco senza tempo, in grado di coinvolgere grandi e piccini. E’ uno strumento educativo molto potente che apre la mente, sviluppa l’intuizione, stimola la curiosità, attraverso prove e indovinelli. Nell’ambito della ricerca è quello che succede tutti i giorni all’interno di un team, quando si lavora per ricercare la soluzione di un problema. 

Quest’anno abbiamo sviluppato anche il primo CodyMaze Astrofisico, una variante del CodyMaze ideato da Alessandro Bogliolo e Lorenz Klopfenstein nell’ambito di CodeMooc. Si tratta di un labirinto virtuale nel mondo reale che propone sfide di coding e quiz di astronomia, astrofisica ed esplorazione spaziale. Aiuta a sviluppare il pensiero computazionale e le capacità di problem solving e, nel contempo, permette agli studenti di ripassare il programma di scienze, divertendosi. L’installazione del CodyMaze è stata proposta al Festival della Scienza di Genova e poi a quello di Roma. Ora è a Bologna, in attesa di andare nelle piazze che lo richiederanno. Nel frattempo, chiunque può scaricare il gioco dal sito Play di INAF e giocarci: è gratuito e sempre attivo. 

Grazie Maura per l’entusiasmo e per il contributo alla ricerca nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica. Usando le potenzialità del coding ci dimostri che si riesce a far comprendere e consolidare concetti non facili, attraverso proposte creative e stimolanti che pongono gli studenti davanti a piccole sfide, che contribuiranno a sviluppare in loro le capacità per risolvere sfide più grandi, nella vita di tutti i giorni.

Il Piano Scuola 2021 ha previsto che i Piani educativi di Comunità siano tra gli strumenti atti a promuovere e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra scuola e Comunità educante. Questo approccio metodologico, che apre la scuola al territorio, è orientato alla cooperazione e all’arricchimento dell’offerta formativa. E’ un’occasione di pluralità non solo per rispondere ai bisogni emergenziali della pandemia Covid-19, ma per agire verticalmente su altre priorità come la povertà educativa, l’abbandono scolastico e la carenza di competenze digitali. L’obiettivo è quello di costruire un ambiente in cui la scuola sia sempre più al centro della vita comunitaria, per formare cittadini consapevoli e per offrire nuove opportunità riducendo le disuguaglianze.

 

Stefania Altieri Mi chiamo Stefania Altieri. Sono insegnante e formatrice, ambasciatrice Scientix e moderatrice eTwinning di un gruppo tematico europeo sul coding, sono coordinatrice regionale per l’Emilia Romagna del movimento RosaDigitale e sono appassionata di TIC e di didattica digitale. Credo fermamente nel ruolo dell’insegnante nella formazione delle nuove generazioni per un futuro migliore e responsabile

 

 

M.A.GI.C. - Education Training

Tel.0832.521887 - Cell. 368.581458
Via Arturo Caprioli N°8 - 73100 Lecce
P.I.05034810753 - Email luigimartano51@gmail.com

© M.A.GI.C. Education Training di Luigi Martano All Rights Reserved.Design By Promowe.it

Search