Lo staff di presidenza: i moschettieri del re

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Nel complesso mondo della scuola, fatto di leggi, norme e common law, oggi si discute di middle management poiché la ministra uscente Azzolina ha lasciato, nel suo atto di indirizzo per il 2021, indicazioni per la regolamentazione di questo gruppo di docenti, che per molti anni si sono dedicati alla scuola, lanciando il cuore oltre l’ostacolo, senza guardare l’orologio o il portafoglio. Con lo scatenarsi della bufera intorno a questa categoria dal nome più aziendale che scolastico, non si è ancora capito chi sia Athos e chi D’Artagnan, ma tutti sappiamo che si parla del cosiddetto staff di presidenza che lavora a stretto contatto con il dirigente per l’organizzazione dell’istituzione scolastica, per i rapporti con il territorio e con le famiglie. 

 Il dirigente scolastico non può dirigere in beata solitudine questa istituzione, ha lui stesso bisogno di confrontarsi e di contare su collaboratori ai quali delegare mansioni e ruoli e che, in alcuni casi, si occupano dell’aspetto didattico e dell’innovazione, che avanzano proposte al dirigente, sommerso da incombenze amministrative e gestionali.

Ascoltando le voci della scuola, i pareri e le posizioni sono contrastanti, c’è chi vorrebbe un riconoscimento di questi ruoli, chi un concorso e chi teme possa essere luogo di clientelismo: una banda dei quattro travestita di legalità. Per il momento non c’è una strada giusta o sbagliata, ma semplicemente proposte e colorite discussioni.

La normativa, per l’appunto, concede al dirigente scolastico la scelta dei suoi collaboratori, come cita la L. 107, comma 83 che introduce la possibilità per il dirigente di individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10 per cento di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico. In questo famigerato 10% rientrano, pertanto, i collaboratori del dirigente, i mai pensionati vicepresidi, per intenderci, ma anche i responsabili di sede, i coordinatori di dipartimento, di classe e i tutor del Pcto, il team digitale e molti altri che potrebbe essere superfluo elencare.

Ma invece di spiegare quale sia la norma e quali vuoti essa abbia, possiamo riflettere sul lavoro del dirigente scolastico e dei suoi collaboratori alla base del quale ci devono essere fiducia e stima reciproca. Scegliere il proprio collaboratore è un’operazione delicata che, se sbagliata, può compromettere l’intero sistema.

C’è chi pensa che il collaboratore del dirigente debba essere scelto dal collegio dei docenti, chi pensa ad un concorso nel caso del middle management, mentre io mi chiedo, invece, come possano collaborare due persone non in sintonia, con scarsa comunicazione o addirittura su fronti opposti.

Credo che, prima di proseguire con la diatriba in corso, sarebbe necessario interrogarsi sul ruolo e sul rapporto che dovrebbe intercorrere tra le due figure. Non ho citato a caso i moschettieri del re perchè  questi leggendari personaggi possono rappresentare bene le caratteristiche dello staff di presidenza: persone al servizio della scuola, che ne conoscono le necessità, i punti critici e hanno il desiderio di mettersi in discussione per essa, collaborando al famoso motto: “Tutti per uno e uno per tutti”.

Se sul dirigente scolastico ricadono tutte le responsabilità delle scelte e della gestione di questa  organizzazione complessa che è la scuola, l’attività dello staff di presidenza è scendere in campo per attuare strategie e buone pratiche 

Avere al proprio fianco un primo collaboratore e uno staff con il quale confrontarsi in tutta onestà, può migliorare la qualità del lavoro e lo stile di leadership. I collaboratori del dirigente non devono essere degli yes man, ma devono saper dialogare, condividere la vision dell’istituto e proporre soluzioni costruttive per il futuro dell’Istituzione scolastica.

Lo staff di presidenza ha il dovere di collaborare con il dirigente in un clima di sincero confronto.

Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan combattono per il re, ma soprattutto per difendere la Francia e le loro azioni hanno lo scopo di tutelare, non quel re, ma la monarchia e con lei la Francia stessa.

Non penso che lo staff di presidenza nasca con lo scopo di difendere il dirigente scolastico da pericolosi attacchi del cardinale Richelieu, né di recuperare la collana della regina, ma il compito di questa squadra è far crescere l’istituzione scolastica, proponendo soluzioni, mettendo in campo la propria formazione e la propria esperienza, affiancando il lavoro del dirigente.

Compito del dirigente è saper scegliere con serietà il gruppo con il quale lavorare, valutando le persone che ha di fronte e condividendo con loro lo stesso obiettivo: il benessere dell’istituzione scolastica e la sua crescita, elementi che riguardano tutte le componenti della scuola all’interno di un determinato territorio.

Roberta Maietti, milanese doc , laureata in lettere moderne , con la specializzazione in Comunicazione sociali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è  docente di lettere dal 1990. Attualmente insegna all’Istituto Professionale di Stato  “L. Milani” dove, dal 2001, ha ricoperto numerosi incarichi: Referente Progetto salute, commissione formazione classi, commissione orario, coordinatore di classe, Funzione strumentale all’inclusione alunni stranieri, Funzione strumentale all’orientamento, membro del CdI, esperto interno, valutatore e coordinatore Progetti  Pon Fse, ed è, ad  oggi,  primo collaboratore del Dirigente Scolastico. 

 

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