Middle Management e autonomia scolastica: le «Funzioni Strumentali» 

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La scuola è una comunità complessa, una struttura organizzativa che necessita di ruoli o «funzioni» specifici per realizzare il proprio progetto culturale ed educativo e per fornire una risposta ai bisogni sociali. A supporto del lavoro del Dirigente Scolastico e dei docenti è previsto un gruppo di collaboratori con specifici compiti di organizzazione, pianificazione e coordinamento. Parliamo delle «Funzioni strumentali» originariamente chiamate «Funzioni Obiettivo» o «Figure di sistema».  

  Un'analisi storica e politica evidenzia che, a differenza di altri paesi europei, non ci sono ruoli di middle management adeguati nelle scuole italiane. Infatti, oltre alla didattica, ai docenti italiani vengono assegnati solo compiti funzionali temporanei: l’incarico dura un anno scolastico. Un'indagine esplorativa, invece, sottolinea l'importanza delle «Funzioni strumentali» e ne individua la vulnerabilità dovuta alla frammentazione delle risorse e all'elevato turnover del personale. 

In seguito al Trattato di Lisbona, l'Italia ha proclamato la mission del suo sistema educativo: tutti gli studenti devono raggiungere i loro obiettivi educativi, essenziali per garantire i diritti fondamentali di ogni persona, promuovere lo sviluppo sociale e perseguire gli obiettivi di una società civile e di una cittadinanza attiva. 

La normativa sull’autonomia scolastica (art. 21 della Lex 59/1997 e D.P.R. n. 275/1999), è stato lo strumento principale per il raggiungimento di questo obiettivo. Essa ha trasformato il sistema educativo italiano: da un modello centralizzato, burocratico si è passati ad un modello in base al quale le scuole acquisiscono un'identità giuridica autonoma in materia di istruzione, organizzazione, ricerca, innovazione e sviluppo. 

La «nuova scuola» doveva avere, e attualmente continua ad avere, le seguenti caratteristiche: flessibilità, apertura ed accessibilità a tutta la comunità locale, con una propria identità, responsabile dei propri risultati (Berlinguer, 2001). Questa trasformazione ha incrementato il valore e l’importanza non solo delle scuole, ma anche del loro staff professionale. 

Ai sensi della Legge 165/2001, che decreta il passaggio dalla funzione direttiva dei presidi alla qualifica dirigenziale del dirigente scolastico, questi svolge un ruolo fondamentale in quanto «garante e responsabile dei servizi forniti dalla scuola». La c.d. Riforma Brunetta del P.I. (Lex 150/2001) ha decretato la definitiva consacrazione del Capo d’Istituto quale vero e proprio datore di lavoro, responsabile della coordinazione delle risorse umane e della qualità/quantità delle performance poste in essere dal personale scolastico. Il Dirigente è investito, dunque, del management imprenditoriale delle proprie funzioni, ovverosia della gestione di una vera e propria azienda: l’azienda-scuola. 

L'insegnamento rimane la funzione principale e più importante degli insegnanti, ma questa attività è ora supportata da nuove pratiche di lavoro professionali: pianificazione e implementazione del PTOF; coordinamento dei gruppi di lavoro; lavorare come parte di un team con colleghi della propria istituzione e di altre; collaborare con altri professionisti di enti locali, istituzionali e non; assumere ruoli che supportano la gestione. Dunque, sorge la necessità di nuove figure professionali intermedie adeguatamente formate per svolgere compiti di pianificazione, organizzazione e coordinamento. 

Le nuove figure di middle management sono specializzate in aree particolari e rappresentano un possibile percorso di avanzamento di carriera. Secondo la nuova logica dell'autonomia scolastica, i profili di specializzazione dei docenti riguardano aree scientifiche, didattiche e pedagogiche, nonché organizzative, gestionali e di ricerca. Le funzioni strumentali possono essere suddivise in quattro macro aree di intervento: gestione PTOF, supporto ai docenti, servizi e intervento agli studenti, pianificazione di progetti educativi con istituzioni e autorità esterne alla scuola. 

Quelle che prima venivano chiamate “Funzioni Obiettivo”, con il CCNL 2002/2005 oltre a cambiare denominazione in “Funzioni Strumentali al PTOF”, cambiano anche finalità, suddivisione di risorse, numero e destinatari. Innanzitutto, si tratta di funzioni che valorizzano il patrimonio professionale dei docenti per la concretizzazione del PTOF.  Il motivo per istituire le «Funzioni strumentali» è quello di dare alle scuole più autonomia e responsabilità: il numero e la remunerazione di ciascuna funzione non è più fissato e stabilito a livello nazionale, ma è determinato mediante trattative all'interno delle scuole secondo i compiti assegnati. 

Le «funzioni obiettivo» rientrano nel modello di “sistema debolmente accoppiato” di Karl Weick, il primo che, per sottolineare le peculiarità delle istituzioni scolastiche, scelse la metafora della partita di calcio. 

Nel 1976, sul numero 21 della prestigiosa rivista “Administrative Science Quarterly” compariva un suo articolo intitolato “Le organizzazioni scolastiche come sistemi a legame debole” nel quale scrisse: “Immaginate di essere arbitro, allenatore, giocatore o spettatore di una singolare partita di calcio: il campo ha forma circolare, le porte sono più di due e sono sparse disordinatamente lungo i bordi del campo. I partecipanti possono entrare e uscire dal campo a piacere; possono dire “ho fatto goal” per quanto vogliono, in ogni momento, per quante volte vogliono. Tutta la partita si svolge su un terreno inclinato e viene giocata come se avesse senso. Ora, se sostituiamo nell’esempio l’arbitro con il preside, gli allenatori con gli insegnanti, i giocatori con gli studenti gli spettatori con i genitori e il calcio con l’attività scolastica, si ottiene una definizione altrettanto singolare delle organizzazioni scolastiche”.
Queste figure sono caratterizzate da una «diffusa assunzione di responsabilità e [...] una certa intercambiabilità e sovrapposizione di compiti» necessarie per promuovere una certa cultura organizzativa ed educativa. Tuttavia, dal 1999 ad oggi, le “Funzioni Obiettivo” e/o “Strumentali” rappresentano una risorsa preziosa per la maggior parte delle scuole: esse sostengono le aree del PTOF nel suo complesso; aumentano la comunicazione interna ed esterna; rendono possibile la sperimentazione e l'innovazione; ampliano i campi di interesse; monitorano l'efficacia dei progetti educativi e promulgano lo sviluppo di una cultura della valutazione e dell'autovalutazione.

In sintesi, queste funzioni sono diventate la spina dorsale del Middle Management delle scuole autonome, che sono tenute a raggiungere i loro obiettivi istituzionali. Le Funzioni Strumentali rientrano nello staff dirigenziale, accanto ai collaboratori e responsabili di plesso. In altre parole, il Middle Management rappresenta un'opportunità per lo sviluppo professionale degli insegnanti. 

Concludendo, le Funzioni Strumentali dovrebbero essere valutate e convalidate in modo più appropriato per non rischiare di sprecare una risorsa strategica per le scuole e per il loro sviluppo organizzativo anche perché, allo stesso tempo, rappresentano un'opportunità per la crescita professionale degli insegnanti. 

Luigia Santoro, laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Bari, abilitata per l'insegnamento della Lingua e Cultura Francese nella Scuola Secondaria di I e II grado e specializzata per il sostegno, è attualmente docente di Lingua Francese presso la Scuola Secondaria di I grado. E’ specializzata in “Mediazione Linguistica Interculturale in materia di immigrazione e asilo” avendo conseguito il Master presso l’Università del Salento. Ha pubblicato “Un Atelier du CIR, le théâtre au service des demandeurs d'asile et des victimes de torture” (Ed. Stamen) e “Identità rivelate. Stereotipi, culture e pratiche del velo femminile tra oriente e occidente” (Ed. Stamen). 

 

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