Il docente di Sostegno e l’inclusione scolastica tra aspettative e criticità

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Il ruolo del docente di Sostegno, grazie anche a una delle normative più evolute d’Europa, ha nel quadro normativo italiano un ruolo ben chiaro e definito.

 Ben inquadrato nel contesto della classe, interagisce coi colleghi e con gli alunni per favorire la cultura dell’inclusione, fornendo un supporto all’intera classe, diventando un facilitatore dell’apprendimento e un riduttore di complessità, diventando un costruttore di reti tra gli alunni della classe, tra i docenti, tra i genitori e gli enti esterni.

Non poche, però, le criticità soprattutto sulla reale efficacia nei casi di una diversa abilità molto grave; e su questo punto il dibattito è ancora molto aperto e sarebbe necessaria una seria riflessione etico-pragmatica, soprattutto pensando al ‘dopo’ la scuola e al ‘dopo’ genitori: ce lo impone il nostro dovere etico unito a quello professionale.

Si ricorderà la “vexata quaestio” sul decreto n. 384, riguardante la valutazione e gli esami del primo ciclo, che, nella sua prima stesura, per gli alunni con disabilità e percorsi differenziati, prevedeva a conclusione degli studi del primo ciclo il semplice attestato di credito formativo. 

La prospettiva ha creato molte proteste e l’allora MIUR si è mostrato disponibile a rivedere il testo, in modo da consentire di conseguire il titolo a tutti gli studenti con disabilità. Questo era un aspetto molto centrale e delicato che, se non rivisto, avrebbe comportato la conseguente impossibilità di proseguire negli studi di secondo grado per accedere all’esame di stato in vista del diploma finale, implicando con notevole anticipo la prospettiva di ottenere il solo attestato di credito formativo. 

Anche su quest’ultimo aspetto il dibattito in corso è molto vivace e diverse appaiono le posizioni degli esperti divisi tra chi: 

  • si è mostrato piuttosto scettico sull’utilità o meno che i ragazzi con disabilità intellettiva accedano agli attuali studi universitari, tarati su programmi molto astratti e, quindi, intellettivamente difficili;
  • chi, invece, ha auspicato il superamento della logica dell’esclusione tramite “accomodamenti ragionevoli” che possano rendere adeguati i percorsi di studio;
  • e chi, infine, ha sottolineato la necessità di non generalizzare, evidenziando la centralità del diritto soggettivo e la significatività, per ogni singola persona. 

Rimane il dubbio sulla reale efficacia di una inclusione “a scuola a tutti i costi”, dove spesse volte la scuola diventa una sorta di parcheggio burocratico e non si riesce a fare nulla di veramente efficace e impattante per il futuro e il “dopo” del ragazzo.  Ogni percorso di inclusione deve considerare per forza l’obiettivo finale alla fine di ben tredici anni di scuola: e al momento per questi ragazzi c’è spesso il nulla e ciò non è accettabile in una società equa che mira all’inclusione effettiva.

Nel dibattito circa l’inclusione effettiva degli alunni con disabilità sorgono spesso interrogativi circa le modalità e le possibilità di effettiva inclusione degli alunni con disabilità molto gravi. Infatti, ci sono situazioni che richiedono assistenza costante, personale specialistico, ausili e sussidi importanti e peculiari che la Scuola sola non può dare. 

Non di rado subentrano difficoltà quando si richiede la presenza di personale infermieristico e non mancano situazioni in cui insegnanti, collaboratori e assistenti si ritrovano nelle emergenze a dover gestire problematiche che o non rientrano nei loro compiti  o per le quali non sono formati; il tutto, non di rado, si conclude con un orario ridotto o con la richiesta la collaborazione delle famiglie, sobbarcandole quindi di nuove difficoltà e ansie: e ciò assolutamente non è né giusto e né accettabile!

Trovo molto interessante un esperimento, che ha visto, ormai da alcuni anni, alcune scuole di Genova all’opera con la creazione dei cosiddetti “Poli gravi”, ora “Poli Risorse Educative Speciali” (RES), da alcuni anni riunitisi nella rete “Non Uno di Meno”, che coordina i progetti delle singole scuole. 

Questi Poli RES sono ambienti e spazi organizzati per poter accogliere alunni con esigenze specifiche, afferenti, però, alle scuole di riferimento; sono concepiti come una risorsa frutto della sinergia di diversi soggetti istituzionali, con un protocollo di intesa.

Infatti, l’USR assegna i docenti di Sostegno; l’ASL garantisce il supporto di personale medico e infermieristico idoneo (aspetto di primaria importanza per i casi gravi e gravissimi); il Comune garantisce il trasporto, spazi attrezzati, ausili personalizzati e materiale parafarmaceutico, operatori socio-assistenziali e servizio mensa; le scuole integrano tutte queste risorse con quelle presenti nella scuola e organizzano gli orari e le attività didattiche all’interno dell’offerta formativa.

Partendo da questi spunti e da queste riflessioni, sarebbe il caso di un ripensamento ministeriale “dal basso”, in sinergia con le ASL, che dovrebbero avere una parte importante e centrale in fase di individuazione e diagnosi, le associazioni dei diversamente abili, le famiglie e le scuole, per creare davvero una scuola pienamente inclusiva – e non solo sulla carta – che pensi al “dopo” dei ragazzi con disabilità.

Francesco Li Pira, di Nocera Inferiore, laureato cum laude in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II (2005)  ha conseguito, nel gennaio 2009, il dottorato di ricerca (PhD) in Storia medievale presso il medesimo Ateneo; borsista (2006/2007) presso l’Istituto Italiano di Studi Storici, si è diplomato presso l’Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma alla I Scuola storica nazionale per l’edizione delle fonti documentarie (2009-2010), della quale è stato borsista annuale; borsista presso le Archives Nationales di Parigi e il CNRS allo stage di diplomatica medievale (GDR3177 <Diplomatique>), è stato borsista triennale (2011-2014) del Centro Universitario Cattolico della CEI.È membro dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini, della Associazione Italiana Paleografi e Diplomatisti, della Società Napoletana di Storia Patria, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, della Società Salernitana di Storia Patria. Docente abilitato in Sostegno e in Materie Letterarie - per le Scuole Secondarie di I Grado, i Licei e gli Istituti Superiori - dal 2016 è docente di ruolo presso l’I.C. Via Frignani di Roma.È Cultore della materia (Storia Medievale) presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È autore di numerosi articoli su importanti riviste specialistiche, nazionali e internazionali

 

M.A.GI.C. - Education Training

Tel.0832.521887 - Cell. 368.581458
Via Arturo Caprioli N°8 - 73100 Lecce
P.I.05034810753 - Email luigimartano51@gmail.com

© M.A.GI.C. Education Training di Luigi Martano All Rights Reserved.Design By Promowe.it

Search