Benvenuti nel futuro

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“Se tutto fosse andato normalmente, nel 2025 saremmo arrivati a usare i device digitali quanto li usiamo adesso. Molti sarebbero arrivati allo smartworking, avremmo fatto la spesa on line, saremmo finiti a fare lezione di spagnolo con WhatsApp e a fare palestra stando davanti a uno schermo in casa”.  Secondo Alessandro Baricco, con l’accelerazione dovuta all’emergenza, è come aver vissuto cinque anni in uno e siamo adesso come saremmo stati nel 2025 senza pandemia.

 Le nuove disposizioni ministeriali per l’anno scolastico 2021-22 sembrano dare per scontato l’utilizzo della didattica digitale integrata. Dopo aver sottolineato la necessità di una scuola in presenza, l’intento è quello di considerare la dimensione digitale come parte costitutiva delle prassi scolastiche, come era stato evidenziato nel Piano Nazionale Scuola Digitale del 2015.

Le scuole dovrebbero già avere adottato e sperimentato un piano per la DDI, con l’acquisizione e la gestione di una piattaforma online, con azioni relative alla formazione del personale docente sulle nuove tecnologie, con il potenziamento della connettività e l’aumento del numero di dispositivi, acquistati anche grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal MIUR e dai fondi europei.

La DAD e la DDI sono state le armi per raggiungere gli studenti durante la pandemia da Covid 19, per non interrompere gli apprendimenti e per cercare di non lasciare indietro nessuno, ma oltre all’impreparazione di molti docenti, ci sono stati numerosi ostacoli di carattere sociale, culturale ed economico che hanno limitato lo sviluppo delle potenzialità delle nuove tecnologie digitali applicate alla didattica.

L’eredità che ne deriva è un’alfabetizzazione di base agli ambienti e alle strumentazioni informatiche e l’avvicinamento di (quasi) tutti i docenti a competenze precedentemente considerate poco urgenti e non indispensabili. Per il cambiamento non basta, ma l’accelerazione all’utilizzo dei nuovi media con l’esperienza degli ultimi due anni ci ha dimostrato che dall’emergenza può nascere un’opportunità. Le piattaforme che la scuola sceglie, devono essere funzionali all’interazione e alla comunicazione tra docenti e studenti, la segreteria deve essere riorganizzata nelle attività e lavorare con le stesse modalità del personale educativo, la didattica deve necessariamente integrare i contenuti tradizionali con gli strumenti e le risorse della rete. Nello stesso tempo, però, è necessario essere consapevoli delle potenzialità e dei vantaggi di internet, ma anche dei rischi e dei pericoli legati al suo impiego (dal cyberbullismo alle fake news, dalla dipendenza dai social network all’isolamento sociale). 

Il digitale estende e non sostituisce, aumenta le nostre possibilità e rappresenta uno strumento efficace per permettere agli studenti di condividere esperienze. E’ un po’ quello che avviene sulla piattaforma eTwinning dove classi di vari Paesi europei partecipano ai progetti, sviluppando argomenti e tematiche con coetanei di altre scuole in un contesto comunicativo motivante e imprenditoriale.

Occorre far tesoro di quello che abbiamo vissuto. I framework di riferimento ci sono, gli strumenti a disposizione anche, ma bisogna costruire metodologie didattiche più efficaci e coinvolgenti. Serve investire sulla formazione del personale, sulla sperimentazione educativa, sulla documentazione dei processi e sulla condivisione di buone pratiche. 

Abbiamo bisogno di maturare una maggiore consapevolezza del momento storico e dei cambiamenti che stiamo vivendo e sensibilizzare anche i nostri studenti, avvicinandoli ad una cittadinanza digitale attiva.

In questi ultimi due anni non c’è stata una progressione graduale, ma un repentino cambio di rotta. Ci troviamo già nel futuro, nel 2025, ed il nostro compito (inaspettato) è quello di colmare velocemente il gap di cinque anni che ci sarebbero voluti per arrivare al punto in cui siamo, in una scuola proverbialmente lenta nei cambiamenti.

Le nuove tecnologie e la rete hanno a che fare con ogni parte della nostra vita, fanno emergere i nodi esistenziali dell’essere parte di una Comunità globale. Le competenze digitali si intrecciano con quelle relazionali e sociali, soprattutto nella percezione del sé e della realtà. Stiamo imparando che possiamo avere effetto sul mondo che ci circonda, governare con responsabilità le trasformazioni, affrontare le nuove sfide con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di programmazione. Questo ci permette di essere protagonisti, di proiettarci con fiducia verso il futuro prossimo che, abbiamo scoperto, non è poi così lontano. La storia recente ce lo ha insegnato.

 

Mi chiamo Stefania Altieri. Sono insegnante e formatrice, ambasciatrice Scientix e moderatrice eTwinning di un gruppo tematico europeo sul coding. Sono appassionata di TIC e di didattica digitale. Credo fermamente nel ruolo dell’insegnante nella formazione delle nuove generazioni per un futuro migliore e responsabile.

 

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