Sistema 0/6: chi ben comincia è a metà dell’opra!

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Il Sistema integrato di educazione e di istruzione garantisce a tutte le bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni, pari opportunità di sviluppare le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento per superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, etniche e culturali (Decreto legislativo 65 del 2017).

 Il sistema integrato è composto dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia che sono riconosciuti come la sede primaria dei processi di cura, educazione e istruzione, frutto di consapevolezza maturata in campo che trova riscontro nel dibattito internazionale, il 20 novembre del 1989 è stata adottata dall’Assemblea Nazionale delle nazioni Unite la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. La Commissione europea ha indirizzato i paesi membri a investire sull’infanzia estendendo l’offerta di servizi sia per i bambini sotto i tre anni che per i bambini dai tre ai sei anni (Consiglio delle Comunità Europee, Barcellona, 2002) evidenziando come la frequenza a servizi educativi di alta ed elevata qualità può avere ricadute positive a lungo termine sia sul piano cognitivo che relazionale (Raccomandazione (2013/112/UE).  Investire nell'infanzia concretizza l’idea nobile di cittadinanza europea, solidale e inclusiva sin dai primi mille giorni di vita di ogni bambino.

Nella Legge 107/2015, il Parlamento ha individuato nel sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai sei anni lo strumento principale per l’attuazione di questo diritto e il dovere dello Stato nel garantirlo. 

La costituzione di Poli per l’infanzia  definiti “laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio”, risponde alle nobili istanze grazie ad una programmazione articolata e flessibile delle risorse e dell’accesso dell’utenza per il miglior utilizzo delle risorse strutturali e professionali esistenti su un territorio in termini di ascolto, orientamento e accompagnamento, nella consapevolezza  che tali investimenti  possono influenzare positivamente gli esiti nel corso della vita  proprio perché in questa fascia di età  si gettano le fondamenta dello sviluppo delle potenzialità e, dunque, le basi per il successo formativo nel pieno rispetto dell’unicità della Persona.

L’apprendimento sta a fondamento dell‘educazione: il sapere è esito di un processo lungo, di ricerca, di tentativi ed errori ( soprattutto?), che il pensiero compie attraverso l‘osservazione, la sperimentazione e l‘induzione fino al momento della generalizzazione razionale. Ancor di più per la vita morale: la virtù non la si insegna né la si impara, la si conquista attraverso un processo di crescita interiore quale frutto dello sviluppo armonico spirito/corpo.

La Pedagogia suggerisce due strade da percorrere: quella della riflessione teoretica e quella della progettazione esistenziale. La riflessione teoretica punta alla molteplicità dei possibili modelli attraverso i quali è stata (o potrebbe essere) organizzata la vita educativa, a sostegno dei valori-guida dei sistemi socioculturali. La progettazione esistenziale si concretizza con la scelta (della famiglia, della scuola, della comunità educante) del modello pedagogico in grado di declinare i bisogni e le speranze individuali e collettivi ad appannaggio di una Educazione intesa come strumento per tendere alla qualità totale, manifestazione unitaria del connubio  tra fedeltà alla ragione e aderenza alla realtà..
I bambini vivono oggi in un ecosistema nel quale le molteplici influenze culturali si incontrano ma non sempre si riconoscono e i servizi educativi e le scuole dell’infanzia che operano in questo contesto complesso sempre aperto al nuovo, sono chiamati a rinsaldare l’alleanza educativa con le famiglie, ad operare in continuità con il territorio, a promuovere e diffondere i valori irrinunciabili della Costituzione.

Il documento presentato dall’Osservatorio aggiorna e attualizza le precedenti Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri del 2014, offrendo diverse modalità organizzative e indicazioni operative per una scuola sempre più capace di accogliere, includere ed educare alla multiculturalità. Un documento ancora più attuale, alla luce delle iniziative di accoglienza che le scuole italiane stanno mettendo in campo per garantire a bambine e bambini in fuga dalla guerra in Ucraina il proseguimento degli studi 

Oltre ad offrire un panorama di dati ed una proposta di revisione del linguaggio, le neo-pubblicate Linee guida riconoscono la molteplicità dei soggetti e dei loro bisogni specifici. In tale prospettiva, il preambolo recita “La presenza nella comunità scolastica di alunni e studenti portatori di ulteriori valori culturali, linguistici, religiosi, è certamente un elemento di complessità, ma può rivelarsi, come testimoniato da diverse positive progettualità scolastiche, anche una grande occasione per ripensare alla scuola e al suo mandato di fronte alle sfide del pluralismo socio-culturale.”

In Italia, l’investimento pubblico nei bambini nella prima fase del ciclo di vita (0-3) è più basso rispetto agli altri Paesi europei.

La rete dei servizi educativi costituita da circa 13.000 strutture accoglie il 24,7% dei bambini, mentre il target proposto dall’Europa è del 33%.

Il dialogo fra le “genti” dipende dalla capacità di tutelare e promuovere i diritti dell’uomo, la democrazia e il primato del diritto.

L’attenzione istituzionale verso l’infanzia, oltre ad onorare il diritto all’educazione, costituisce l’ impegno etico della società nei confronti delle nuove generazioni, l’impegno di una Società che si fa essa stessa strumento promotore di coesione sociale partendo dal presupposto che una rete estesa di strutture educative sia la migliore garanzia di tutela e salvaguardia dell’Umanità nel presente e nel futuro; la polis non nasce in virtù di una convenzione tra i consociati, non è una realtà artificiale: «Essa è il coronamento naturale e necessario di uno sviluppo progressivo le cui fasi, una dopo l‘altra, sono parimenti naturali e necessarie».         

Rosaria Frandina, Abilitazione alla Vigilanza nelle Scuole Elementari; Laurea in Lettere, Master. Insegno dall’anno scolastico 1982/83 con spirito di servizio, consapevole che ogni emozione, parola o gesto possono arricchire o depauperare l’azione educativa.

 

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