Il campus scolastico, un progetto ambizioso e vincente. La 5ª scheda di Vittorio Colao 

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Quando, in campo educativo, si parla di campus, vengono subito in mente immagini ridenti di edifici funzionali, circondati da una rigogliosa vegetazione e corredati da spazi adibiti all’attività sportiva, teatrale, musicale, all’alloggio, a laboratori disciplinari, ad auditorium e ad ogni possibile pratica ricreativa, tale da integrare la formazione degli studenti arricchendola di occasioni di crescita a 360°. 

Ma… dove ci troviamo esattamente? Indubbiamente all’estero, diremmo, perché tali spazi funzionali, a misura di studente, sono sempre esistiti, nel nostro immaginario, nei paesi anglosassoni, in quelli scandinavi o negli U.S.A. 

E invece no: il modello del campus comincia a farsi strada anche in Italia, soprattutto in seguito ad un ampio studio promosso da un comitato di esperti, tra i quali spicca il nome di Vittorio Colao, bocconiano d’alto profilo, attuale ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale che, nell’aprile del 2020 è designato, dal 2º governo Conte, a guidare il nutrito team incaricato di elaborare adeguate strategie risolutive della crisi economica post pandemia. 

La sfida è assai impegnativa ma la risposta non tarda ad arrivare. Il rilancio del nostro paese deve affondare le radici su tre direttive fondamentali: rivoluzione verde, digitalizzazione/innovazione, parità di genere/inclusione. Attorno a queste matrici si articolano ben precise azioni coinvolgenti ogni ambito sociale: famiglia, lavoro, infrastrutture, turismo, P.A. e, non certo ultima per importanza, istruzione. Ognuno di questi settori prevede un dettagliato piano d’intervento e sulla scuola vengono elaborate ben 10 schede che declinano ben precise risposte alle criticità emerse dalle scrupolose analisi effettuate.

La scheda numero 5 è dedicata al rilancio della dimensione scolastica attraverso l’ottica del campus. Ma, in definitiva, cos’è un campus? Che caratteristiche ha? Presto detto: il campus è un complesso di edifici e spazi esterni secondo il modello degli atenei anglosassoni, anzi, è proprio una cittadella universitaria. La grande risorsa offerta dal campus è quella di generare uno spirito d’appartenenza formidabile, attraverso la partecipazione dello studente ad attività che riguardano la crescita formativa della sua persona sotto svariati aspetti che contribuiscono a formarne il carattere. #nonsolodidattica, è il caso di dire. Il campus offre alloggio, formazione teorica e pratica, iniziazione allo sport e a numerose discipline artistiche. Il campus genera goliardia, spirito di squadra, senso del team. È un luogo dove si genera una sorta di “umanesimo scolastico”: lo studente al centro dell’universo educativo. 

La 5ª scheda Colao, parte dall’analisi dell’insuccesso scolastico attraverso i risultati dei noti istituti preposti alla misurazione dei livelli d’apprendimento ovvero Invalsi, OCSE-PISA, Timss-IEA etc. I dati del 2019 non erano stati confortanti se si pensa a quel 15% di studenti  che non completa gli studi, al 20% che si trascina il debito a settembre, al 10% che viene fermato e non passa alla classe successiva. 

La scuola, secondo Colao, deve trovare un nuovo appeal, deve rifarsi il look, deve offrire spazi di socialità che diventino trascinanti, coinvolgenti, aggreganti. Questo può generarsi in una scuola dai tempi allungati e dall’offerta variegata e flessibile. Immaginiamo un istituto alberghiero che si trasformi in un polo dell’enogastronomia all’interno del quale lo studente possa scegliere tra il percorso professionale quinquennale, il liceo enogastronomico e il percorso ridotto triennale o quadriennale; e immaginiamo anche un’offerta formativa che non sia legata solo alle aule e ai laboratori d’indirizzo ma che contempli anche spazi adibiti all’espressione artistica, sportiva, teatrale… Beh, non è solo una prova d’immaginazione, un’utopia. La 5ª scheda Colao pianifica anche spese e piani d’investimento e i primi campus, non universitari, in Italia esistono già: a Piacenza, a Pesaro, a Città di Castello, a Umbertide, a San Lazzaro di Savena e sono solo esempi; realtà pensate per polarizzare gli interessi dello studente e orientarlo nella crescita partendo dall’edilizia, anche, in alcuni casi, in termini di valorizzazione di edifici storici. 

“Architettura e felicità”, recita il noto saggio di Alain de Botton ma in questo caso possiamo affermare che architettura è felicità, architettura come spina dorsale di un corpo virtuoso che diventa punto di riferimento cruciale all’interno dello spazio urbano, baricentro di una comunità educante nella quale la realizzazione dell’individuo è obiettivo primario, mission condivisa e rapportata alle specificità del territorio. 

Giovannella Gennaro nasce a Catania il 1° luglio del 1965 e vive alle pendici dell’Etna dove svolge anche la sua docenza di Materie Letterarie, in una scuola alberghiera. Profondamente attratta da ogni espressione naturalistica, ama dedicare il suo tempo alla fotografia, al cinema, alla lettura e al viaggio. Fiera sostenitrice dei diritti umani, professa, con immutato vigore, l’avversione ad ogni forma di sopraffazione, xenofobia, razzismo ed integralismo. Ha ricoperto numerosi incarichi scolastici istituzionali quali F.S. al ptof, coordinatrice dipartimentale, referente Erasmus+, formatrice sulla progettazione di candidature Erasmus, beneficiaria di mobilità all’estero, in Spagna e in Finlandia, tutor di progetti PON. 

 

 

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